Ma Rivetti si oppone, tradendo (parrebbe) un patto stipulato due mesi fa, in cui si stabiliva che la società sarebbe stata divisa in tre parti uguali. La guerra è uscita allo scoperto (tempestivamente riportata sul nostro giornale) nei giorni scorsi, e stasera in tribuna ci sarà il primo faccia-a faccia post terremoto mediatico. Se non vi siete ancora annoiati, sin qui, meglio. Perché ora arriva la parte più divertente e pruriginosa della vicenda.
L'altro giorno, una importante operazione di mercato già messa a segno dal Como stava per essere bloccata con la seguente motivazione: gli Amici di Como la ritenevano troppo onerosa. Chiiiiiiiiiiiiiiiii? Da quando in qua gli Amici di Como fanno il Calcio mercato? Che ci azzeccano ora gli Amici di Como? E' successo, pare almeno, che Rivetti abbia sondato il grande gruppo di industriali comaschi per valutare il loro ingresso in società e permettere, magari, all'uomo del Caffè di estromettere Di Bari-Tesoro dalla vicenda. Al di là dell'esito della questione, da quello che abbiamo visto in passato, da quello che la crisi economica ci mostra ogni giorno e da quello che è uscito da una riunione sul tema di qualche giorno fa, la possibilità che Amici di Como possano intervenire è davvero risibile. Tanti discorsi sullo stadio, quelli sì. Ma la voglia di sostenere un discorso legato al calcio professionistico non c'è, e non c'è mai stata. A meno che Polti non cambi marcia e si prenda la briga di acquistare il Como, facendo il capo cordata. Allora sì, sarebbe credibile. Ma è così? Nel frattempo il Como è stato sponsorizzato dalla Enerxenia, alla cui presentazione è comparso in bellavista il presidente della Acsm D'Alessandro, candidato sindaco. Morale? Morale, con alla vista le elezioni a Como, la tribuna tornerà ad essere struscio di ambiziosi vari, la proprietà del Como un'ipotesi per gli industriali comaschi cui girare attorno con fare circospetto come di fronte a un Ufo, lo stadio nuovamente oggetto di fantasiose ristrutturazioni, grazie a strategie.
Dall'alta parte, e qui sta la notizia, è comparso un nuovo attore. Savino Tesoro, pur con il passato non privo di qualche macchia per una strana vicenda di fondi esteri, è un imprenditore con grande disponibilità, costruisce supermercati, è meridionale, e dunque a volte entusiasta e a volte umorale. Capace di tirare fuori due milioni e mezzo in due giorni per salvare la Pro Patria, come di mandare a quel paese tutta Busto Arsizio per via di promesse imprenditoriali non mantenute. Cedendo la Pro Patria al primo venuto. Scaltro, diretto, crudo, prorompente, senza mezze misure. Non uno da passerelle, ma da azione. Tutto quello che serve, insomma, da una parte, per fare calcio professionistico, dall'altra forse per non andare d'accordo con Como. Come vedete, la vicenda è interessante. Molto interessante.
Nicola Nenci
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