Scene che si ripetono da due settimane, senza soluzione di continuità né tregua. Un giorno sì e l'altro pure riportiamo le cronache dell'emergenza, con la speranza che sia l'ultima. E ogni volta ci sbagliamo, perché al peggio non c'è mai fine: quando si arriva al fondo, si scava.
Due mercoledì fa, nella sede Asl di Lomazzo, sembrava di essere alla festa del Sorriso dell'Unitalsi: età media sui settanta. Ci siamo avvicinati a una signora, classe 1940, chiedendole se era lì anche lei per l'esenzione del ticket. «Sì - ci ha risposto cortese - ma non la mia, quella degli zii». Due zii, per la precisione, che ogni compleanno spengono rispettivamente ottantanove e ottantasette candeline e si sono ritrovati con questa sorpresa di dover ottenere un modulo che attesti il loro reddito e consenta di prendere le medicine senza sborsare centinaia di euro («Centodiciotto» ha precisato solerte la signora, che aveva ancora nella borsa lo scontrino della farmacia).
A un coetaneo che era dopo di lei, in fila, è andata peggio. Mancava un documento e si è sentito dire dall'impiegata: «Mi spiace, dovrà pagare. Però poi potrà chiedere il rimborso dei soldi spesi, tornando qui e compilando l'apposito modulo». Per poco non gli partiva un embolo, a quell'anziano, altro che rimborso. Se n'è andato dopo qualche saracca, borbottando litanie ch'è meglio non riportare almeno qui, nero su bianco, perché ci sarebbe da diventare rossi di vergogna.
Vergogna che non hanno i responsabili di questa migrazione forzata di massa.
Una vicenda paradossale e tragica insieme, partorita da qualche ottuso burocrate e avallata da politici talmente attenti alla loro poltrona da non pensare a chi è in carrozzina o è bloccato a letto ma anche a chi è abbastanza arzillo da spostarsi con le proprie gambe ma dopo una vita di lavoro avrebbe meglio da fare che stare per ore in fila, senza capire il perché di una simile complicanza.
Un paradosso ancor più evidente se si pensa che siamo nell'era di internet, dei dati in digitale, delle tessere regionali con i microchip e delle campagne informatiche di enti che tentano di darsi una rinfrescata restando polverosi dentro.
Non occorrono artifici retorici o giochi di parole per spiegare un concetto semplice quanto acqua di fonte: è mai possibile che lo Stato ignori il reddito e dunque le presenza o l'assenza dei requisiti per l'esenzione non già di pluri milionari con conti cifrati alle isole Caiman, bensì di migliaia di pensionati che ogni benedetto mese ricevono un assegno dell'Inps e i risparmi li tengono in banca o in posta?
No, non è possibile. Il resto sono chiacchiere. E attesa vana.
Giorgio Bardaglio
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