E che sarà mai. E vai col ritornello: lui è spiritoso, vicino alla gente, se entrate in un bar ne sentirete anche di peggio. Era accaduto per la patonza (termine così orribile da fare effettivamente ridere), ora capita per il partito della gnocca.
È vero: esagera, alza il tiro come posseduto da una irrefrenabile smania di fare di palazzo Chigi una sorta di personale Bagaglino (forse il suo vero sogno), ma la sua corte finge di sorridere (ridere, non ride più nessuno) e lo difende, sempre e comunque.
Ma una cosa è certa: non bastasse il repertorio di freddure e barzellette hard di cui Silvio è maestro, l'era berlusconiana sarà ricordata come l'apoteosi della volgarità. E quando la volgarità va al potere e occupa le massime istituzioni, tutto alla fine sembra lecito. Perfino, il dito medio di Bossi. Perfino l'insulto (osceno e irripetibile) che un gentile collega leghista ha rivolto l'altro ieri in parlamento alla deputata lecchese Lucia Codurelli, che giustamente s'è indignata per l'ormai totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne.
La maleducazione non sarà né di destra né di sinistra, come s'è affrettata a sottolineare Michela Brambilla, ma come collocare l'arroganza tipicamente maschile insita nel "nuovo" modo di governare? Perché non solo di maleducazione ormai si tratta. In questi tempi gloriosi siamo al cospetto di un vero sdoganamento del turpiloquio e dello squallore. Lo dicono se non i fatti, per carità tutti da provare, le tempistiche: in un crescendo sempre più nauseante è da almeno due anni che la politica italiana è di fatto bloccata perché non si parla d'altro che di bunga bunga, olgettine, rubacuori, minorenni, finte suore, ballerine di lap dance, buste piene di banconote, fidanzate vere o presunte. Ogni giorno siamo inondati da intercettazioni imbarazzanti e da atti d'inchieste che parlano di escort, ricatti e corruzione.
Quasi da assuefarsi e da non capire più cosa sia immorale e cosa no. All'inizio fu Noemi, poi chi le ha contate più le papi girls? Dieci, venti, trenta ragazze alle feste di Arcore, palazzo Grazioli, villa Certosa, un circo con fenomeni da baraccone, dalla danzatrice del ventre alle api regine, dall'agente delle dive a quello delle escort, tutto un grande volgarissimo show di vergini - beh, non tutte - pronte a offrirsi al drago (parole di Veronica, non si può dire che non l'avesse detto prima di darsi alla saggia fuga).
Ora ci si chiede: riusciremo mai a buttarci alle spalle tanta desolazione? Si riuscirà ad aprire un giornale senza vedere sbattuta in prima pagina l'ultima su patonze e gnocche? Si tornerà a una politica normale? Forse in quel giorno ci si divertirà meno e l'Italia sarà più noiosa, ma almeno non sarà il mondo a ridere di noi. Se una risata ci seppellirà, almeno non sia per una barzelletta sconcia del Cav.
Silvia Golfari
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