Il centrosinistra ufficiale ha deciso di puntare sulle primarie scatenando competizioni e fantasie. C'è chi vede nuovi e forse improbabili Pisapia apparire all'orizzonte e chi teme che la consueta dialettica (per usare un eufemismo) interna al Pd tra post margheritini ed ex diessini generi l'ennesima implosione tafazziana. Del resto, si sa come va da quelle parti. Appena si sparge nell'aria anche un timido profumo di vittoria, si implotonano le truppe pronte al fuoco amico. Il centrodestra viaggia sull'onda del taboga nazionale che fa ballare Pdl e Lega. Anche a Como c'è chi pensa di riposizionarsi in vista del dopo Berlusconi e coloro che, per convenienza o convinzione, ritengono che il Cavaliere sia un gattone dotato di un numero di vite anche superiore a quelle proverbiali.
Chiaro che il dibattito è tutt'altro che sganciato dalla scelta del candidato sindaco, anche perché alle porte c'è un congresso (forse, nel Pdl le assise sono una sorta di Arabe fenici) che sa tanto di regolamento dei conti. I nomi però non sono molti e girano di bocca in bocca in attesa che dall'arco la freccia scocchi.
C'è Sergio Gaddi, assessore alle mostre per gli amici e al bilancio per i nemici. La sua però è più che altro un auto candidatura. Segue Alessandro Colombo che, in attesa di un'investitura, continua a far sapere di essere pronto.
Last but non least Umberto D'Alessandro. Pare che il presidente di Acsm-Agam stia mostrando i muscoli nell'ipotesi di improbabili primarie. Si sa che gode della stima del coordinatore provinciale del partito, Alessio Butti e potrebbe veder convergere su di sé i voti della componente ciellina.
Sullo sfondo resta lo stesso senatore che ha voglia di fare il sindaco sulle macerie lasciate dall'amministrazione uscente come c'è l'ha di gridare forza Inter (lui che era milanista fino al midollo ben prima che il Cavaliere comparisse a Milanello). Ma se le circostanze lo costringessero non si potrebbe tirare indietro. Nel frattempo, complice la sua formazione politica, si preoccupa di capire quale candidato può raccogliere il maggior consenso. Perché anche a Como i tempi delle vacche grasse per il centrodestra sono finiti. Detto della Lega comasca, impermeabile allo scontro intestino tra bossiani e maroniani e in attesa di lumi dall'alto, resta un ultima considerazione, non marginale.
Sul sito de La Provincia abbiamo lanciato due sondaggi con i nomi in voga di centrodestra e centrosinistra. Prima che le truppe cammellate dei partiti crivellassero di click la rilevazione, emergeva che il più votato, in entrambi gli schieramenti, fosse il signor "nessuno di questi". Segno che i comaschi, forse, hanno voglia di vedere facce nuove cimentarsi nell'avventura amministrativa.
Chiaro che il sondaggio di un sito internet ha un valore molto relativo. Ma potrebbe costituire motivo di riflessione. Non solo tra le forze politiche. Anche la mitica società civile dovrebbe ragionarci un po' su.
Francesco Angelini
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