Expo, l'occasione
che non si può perdere

Un numero da segnare sul calendario: da oggi mancano esattamente 1.286 giorni all'inaugurazione di Expo 2015 a Milano. Tanti o pochissimi, dipende dai punti di vista. Chi certo non ha tempo da perdere, perché lo ha già fatto abbondantemente, è Como e il suo sistema economico e imprenditoriale.
L'occasione è ghiotta per una svegliata generale. Avere a quaranta chilometri di distanza - ancora meno se si abita in Brianza - un appuntamento che attirerà milioni di visitatori, qualche iniezione di vitalità lo porterà pure. Fosse anche solo per induzione. Se poi saremo così bravi da saper partecipare da protagonisti, non sarebbe male. Finora, in verità, chi ha parlato dell'appuntamento come occasione da non perdere lo ha fatto nell'indifferenza generale o poco più. Ieri però Attilio Briccola delegato della Camera di commercio a coordinare il tavolo locale per l'Expo, ha fatto tintinnare il dolce suono della moneta. Forse l'unico a risvegliare le coscienze.
L'imprenditore, che i conti li sa fare, ha detto che c'è un business non indifferente da intercettare: 500 milioni di euro sotto forma di lavori per la costruzione e l'allestimento dei padiglioni dei 70 Paesi che saranno presenti all'esposizione universale. Imprese di costruzioni, di impiantistica, di arredamento, ma anche tessili, alimentari e di servizi possono mettersi in gioco. C'è solo da crederci. I comaschi, poi, possono godere di un vantaggio in più non indifferente. Per primi avranno l'occasione di un faccia a faccia con i delegati delle nazioni partecipanti che si riuniranno insieme, per la prima volta, la prossima settimana a Villa Erba in occasione del Meeting for World Expo 2015. Insomma, non ci sarà nemmeno bisogno di costose missioni in giro per il mondo per promuovere il territorio, le sue bellezze e le sue imprese. Sarà il mondo a venire a Como e toccare con mano quello che sappiamo fare. E qui, davvero il gioco rischia di farsi duro. Il lago e il suo paesaggio da cartolina, si sa, rappresentano un buon vantaggio, ma non basta. Dovremo scontare le inevitabili battute sul lungolago "murato" (saper tradurre in inglese o cinese la parola paratie può sempre servire a dare una spiegazione vagamente sensata di una vicenda inspiegabile). E' sulla sostanza che si misurerà la nostra capacità di accreditarci come partner affidabili.
Qualche azienda più dinamica (verrebbe da dire, più sveglia) ha già fiutato l'affare e creato una filiera, Team Zero, che presenterà ufficialmente i suoi prodotti e servizi a impatto zero ai partecipanti al meeting. C'è il costruttore (Meraviglia), il florovivaista big (Peverelli), l'impiantista (Panzeri), il primo network media e advisor per lo sviluppo sostenibile di Marco Roveda (LifeGate). Un'avanguardia illuminata, si spera capace di indicare la strada a molti altri. Le famose eccellenze, di cui tanto ci si gloria, si facciano avanti. Questo è il momento. Da turismo e commercio ci sia aspetta un'adesione piena e convinta. Il rischio è che se non si rinnova l'offerta e si continua a vivere di gloria, quando Clooney a causa degli acciacchi dell'età preferirà il caldo della Florida all'umidità sia pure affascinante del lago, ci si troverà con gli alberghi e i battelli vuoti.
Imprese e privati a parte, c'è un intero territorio che meriterebbe di essere promosso. E qui tocca alla politica e alle istituzioni. Chi lo farà? Uomini (e donne) capaci cercansi. Candidati validi finora non ne sono pervenuti.
Elvira Conca

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