La torre, i tralicci
e il ritorno delle regole

Ricapitoliamo. In cima al Baradello ci sono (o c'erano) più antenne che a Cape Canaveral. Luogo ameno, del resto. Ci si gode una gran vista su tutta la cosiddetta "convalle", sul primo bacino del lago e su Brunate, ma anche, guardandosi dietro alle spalle, sulla Spina Verde, su Camerlata e, se la giornata è di quelle terse, financo su Milano.
Negli ultimi anni questa vecchia torre si è ritrovata a subire ogni genere di sopruso. Da Berlusconi in "camporella" (ricordate? Ce lo raccontò proprio il cavaliere rimembrando gli anni della sua giovinezza da un palco allestito in piazza Duomo durante la campagna elettorale del 2008) ai milanesi in gita fuori porta fino a questa progressiva metamorfosi: da torrione medioevale a torre di controllo.
Un rigurgito di buon senso ha impedito che qualcuno suggerisse anche di dipingerlo a scacchi bianchi e rossi ma non, purtroppo, di violare regole basilari di una cordiale convivenza tra enti pubblici. Fino a un paio di giorni fa capitava così che da lassù fosse possibile nell'ordine: chiacchierare con le pattuglie della polizia locale, grazie al loro poderoso ponte radio; sbirciare in qualche appartamento del centro storico grazie alle antenne del servizio di videosorveglianza comunale; navigare un po' sul web, banalmente collegandosi ai tralicci del wireless che consente la connessione tra Palazzo Cernezzi e le sue sedi decentrate. E ancora (ma in questo caso saremmo stati autorizzati, visto che si tratta di impianti autorizzati): saggiare la qualità della nostra pessima aria e registrare l'inquinamento acustico di via Napoleona.
Ora: nonostante la sfilza di rassicurazioni istituzionali, sembra che le truppe di "decontaminazione" inviate sul torrione per liberarlo dalla sua ferraglia, siano incappate in un imprevisto. I ponti radio della polizia locale, posizionati negli anni Ottanta, non potranno essere rimossi, se non lasciando i vigili privi di un servizio ovviamente necessario.
La notizia buona (buona?) è che la Soprintendenza, cui nessuno aveva mai chiesto il permesso di installare proprio un bel niente, abbia fornito il proprio assenso alla sostituzione dei tralicci con un impianto di nuovissima generazione, a quel punto autorizzato, di dimensioni infinitamente minori.
A noi, che sugli sviluppi di questa storia vi teniamo informati da giorni, potrebbe in fondo bastare così. Purché le antenne scompaiano davvero, le regole vengano davvero ripristinate, e il panorama, dalla cima del Baradello, torni davvero a essere quello, rigorosamente libero da ingombri tecnologici, che piaceva al "Berlusca" da ragazzo. Dal Bisbino alla Madonnina.
Stefano Ferrari

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