Segni di speranza
dentro la crisi

  «Crisi e travaglio all'inizio del terzo millennio» è il titolo del primo discorso che il cardinale di Milano Angelo Scola, ha rivolto alla città in occasione delle festa di sant'Ambrogio. E' un discorso che aiuta a leggere l'attuale crisi economica e le sue conseguenze pratiche, in termini nuovi. In particolare impedisce che tutto quanto sta accadendo sia riducibile  ad una serie di numeri e tabelle, come se la vita dell'uomo e la ragione della sua speranza, fossero magicamente risolvibili da un calcolo più o meno favorevole.
Il travaglio del parto, afferma il cardinale, esige dalla donna l'impegno di tutta la sua energia umana. «Così anche noi - afferma Scola - cittadini immersi nella crisi economico-finanziaria, siamo chiamati a metterci in gioco, impegnando tutta la nostra energia personale e comunitaria. Il domani avrà un volto nuovo se rifletterà la nostra speranza di oggi. Una "speranza affidabile" deve quindi guidare le nostre decisioni e la nostra operosità».
Speranza è la parola chiave. Ma non una speranza illusoria, ma basata e costruita su un modo nuovo di guardare alla vita, al presente e al futuro. C'è la necessità di ripensare, ad esempio, modelli di vita costruiti, come ancora il cardinale ricorda, sull'incapacità di attendere per la realizzazione di un desiderio o di limitare i propri bisogni e l'avidità o sulla mancanza di solidale condivisione, in nome della giustizia, dei bisogni degli altri.
Tabelle, numeri e calcoli, non raccontano fino in fondo la realtà in cui migliaia di famiglie si trovano immerse. Basterebbe passare una giornata ad uno dei tanti sportelli della Caritas per rendersi conto di come oggi i nuovi poveri sono gente normale che improvvisamente si trova a sprofondare in una condizione di disperazione. Chi oggi perde il posto di lavoro, entra in questo vortice; improvvisamente perde tutte le sicurezze. Perde la possibilità di mantenere l'indispensabile: la casa, il pagamento delle bollette, la spesa, la scuola dei figli. Non stiamo parlando di chi deve calcolare di quanti anni aumenta l'attesa della pensione o la tassa sulla prima casa. Stiamo parlando di chi fino a ieri aveva un lavoro ed uno stipendio ed oggi deve improvvisamente vincere la vergogna e chiedere un pacco viveri per tirare la fine del mese. Di chi alla sera si trova a guardare i propri figli, senza riuscire ad immaginare un futuro per loro. Di chi, soprattutto, rischia di vivere questo improvviso sprofondare, da solo.
Ma c'è un'altra cosa che il cardinale Scola sottolinea e suona davvero come fondamentale. Dalla crisi si esce solo insieme, ristabilendo la fiducia vicendevole. «Quando siamo trattati umanamente-scrive ancora il cardinale - ci sentiamo pieni di gratitudine e il presente ci appare carico di promesse per il futuro. Con questo sguardo fiducioso diventiamo capaci di assumere compiti e fare, se necessario, sacrifici. Da qui è bene ripartire per ricostruire un'idea di famiglia, di vicinato, di città, di Paese, di Europa, di umanità intera, che riconosca questo dato di esperienza comune a tutti gli uomini».
In questo momento di crisi, di incertezza, il peso della persone e delle sue relazioni torna prepotentemente a farsi sentire.  Non si possono solo chiedere sacrifici bisogna investire su tutti quei soggetti, a partire dalla famiglia, che rendono possibile il mantenersi di un tessuto sociale solidale, un tessuto dove nessuno possa sentirsi solo.  Nemmeno chi oggi non ha più nemmeno una tabella da consultare, ma semplicemente disperazione da sopportare.
Massimo Romanò

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