Como: dove l'uomo
conta più del fatturato

Siamo ossessionati dai numeri. Perseguitati, inseguiti, assediati, sconcertati da formule algebriche immancabilmente scritte in rosso e affiancate a misteriose sigle, a nomi presi in prestito da mondi asettici: spread, dow jones, ftse mib, bot, rating, nikkei, dax, nasdaq.
Siamo talmente assuefatti dalle notizie sulla crisi economica, sull'emergenza fiscale, sul crollo dei mercati da aver perso completamente di vista quelli che Roosevelt, il presidente Usa che affrontò e superò la grande depressione del '29, definì i «valori sociali più nobili». Che non prescindono mai dall'essere umano, come invece sta avvenendo in un periodo storico governato solo dai mercati. Valori che germogliano quasi sempre proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Una fioritura di cui la provincia di Como può dirsi testimone. Per certi versi proprio questi territori, popolati da persone spesso considerate chiuse, schive, riservate, troppo concentrate sul loro lavoro, hanno saputo e sanno offrire gesti pieni di quei nobilissimi valori sociali. Siccome il fare racconta più e meglio del dire, l'economicamente magro Natale di questo 2011 sta regalando, appena fuori dalle nostre finestre, meravigliosi esempi che suonano come un inno, il richiamo a qualcosa di più vero e più alto dell'andamento delle Borse.
Ciò che è accaduto a Mozzate, con l'apertura di un supermercato della solidarietà capace di assicurare la spesa alle famiglie in difficoltà, o quel che sta avvenendo a Tavernerio (di cui diamo conto con un ampio articolo a pagina 25), dove le parrocchie si sono trasformate in punti di raccolta per generi alimentari da destinare a chi alla fine del mese non riesce a far quadrare i conti, sono la dimostrazione tangibile di un territorio capace ancora di riconoscere nell'uomo, più che nei fatturati, il vero valore da preservare.
Una realtà, la nostra, in cui quotidianamente e nell'ombra centinaia di persone dedicano il proprio tempo per gli altri: cucinando e servendo alla mensa del povero, andando a distribuire coperte a chi non ha una casa, partecipando in modo massiccio alla spesa solidale, impegnandosi in associazioni e realtà di volontariato. Un modo per riscoprire che l'antico valore della solidarietà e dello stare assieme hanno un peso specifico infinitamente superiore degli indici di Piazza Affari o di Wall Street.
Un cantautore della filosofia popolare come Fabrizio De Andrè non aveva dubbi: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori». È nei periodi bui che l'umanità ha saputo trovare le forze, le idee e la fantasia per reinventarsi. È accaduto - ed esempio - nella seconda metà dell'Ottocento con la nascita delle società di mutuo soccorso, dove Como recitò un ruolo importante. Sta avvenendo anche ora, con i germogli di quella che potrebbe trasformarsi in una restaurazione di valori che portino ad abbandonare l'ossessione dei numeri a favore della riscoperta delle persone e dello stare assieme.
«E la misura più o meno vasta di questa restaurazione dipenderà dalla proporzione nella quale verranno applicati valori sociali più nobili di quelli del puro e semplice profitto monetario. La felicità non consiste esclusivamente nel possesso del denaro; essa si concreta nella gioia del raggiungimento d'uno scopo, nell'emozione data da ogni sforzo di creazione». Parola di Franklin Delano Roosevelt.
Paolo Moretti

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