Va bene che quelli del governo Monti sono come Garibaldi. Non si può parlarne male. Poi stanno salvando l'Italia dal baratro e cercano di cambiare marcia al Paese anche se la leva del cambio è dura e piuttosto logora e devi starci attento se no ti rimane in mano.
Però magari si potrebbe sussurrare che un po' nel manico stanno ciurlando. Appena sbarcati nei palazzi del potere romano hanno giurato e spergiurato di essere tecnici e non politici.
Non sia mai perché quella parola: «politici» faceva venire l'itterizia agli italiani, come sempre poco adusi alla pratica della separazione del grano dal loglio. Poi però, Monti e i suoi ministri si sono comportati da politici. Asciugata da tutti i dietrofront la manovra si è ridotta a tasse facili da applicare e incassare, aumenti della benzina e pensioni. Roba che te la faceva anche un governuccio balneare monocolore Dc degli anni '70. Archiviata o quasi la tosatura degli italiani, Monti e i suoi ministri hanno preso l'abbrivio dei politici. E sono partiti con gli annunci. Un tripudio di faremo. Le liberalizzazioni? Le faremo. La lotta all'evasione fiscale? La faremo. Le riforme strutturali (in testa quella del mercato del lavoro) ? Le faremo.
Come tutti i politici, neofiti e non, Monti e i suoi ministri non hanno resistito al richiamo del talk show dopo aver annunciato che se ne sarebbero tenuti alla larga, spargendo il panico tra i vari Vespa, Floris, Santoro, Formigli ecc.... Invece è stato il premier a rompere subito la penitenza presentandosi sui fatidici divani bianchi di Porta a Porta. Anche quella sarebbe dovuta essere un'eccezione. Invece dopo Monti il diluvio.
Corrado Passera, superministro per le Infrastrutture e lo Sviluppo economico ha scelto l'accogliente Fabio Fazio per annunciare che non vi sarà una manovra bis e che Berlusconi può scordarsi le frequenze gratuite del digitale terrestre.
Ma poiché ci hanno insegnato che bisogna guardare sempre al contesto, non sarà casuale la location prediletta da Passera. Che tempo che fa sta al centrosinistra almeno quanto Porta a Porta sta al Cavaliere. E lì l'ex top manager di San Paolo-Intesa ha gettato la maschera e annunciato tra le righe (ma neppure troppo) la sua volontà di competere per la premiership del centrosinistra.
Perché altrimenti vorrebbe vendere le sue azioni della banca se è solo di passaggio in politica? Non ha quindi affermato che è un piacere occuparsi della cosa pubblica? In quanto alla scelta di campo: uno che toglie il pane di bocca al Cavaliere e ha sempre viaggiato in parallelo con De Benedetti dove volete che vada a parare?
Con un competitor simile sarà dura spuntarla per i vari Bersani, Chiamparino. Ma perfino Luca Cordero di Montezemolo dovrà forse rinfoderare le sue ambizioni di ingresso nell'agone.
Certo la strada per Passera non sarà in discesa. La politica è un pane duro. Ma lui i denti ha dimostrato di averli buoni. Sta a vedere che avevano ragioni quelli che pronosticavano il ticket Monti al Quirinale e Corrado a palazzo Chigi. Decisivi saranno i prossimi mesi. Si vedrà se il governo reggerà l'onda d'urto provocata dall'entrata in vigore della spinosa manovra. Agguati da parte dei partiti non mancheranno.
Per Como in ogni caso avere il presidente del Consiglio con il nome della città sulla carta d'identità potrà solo essere un vantaggio. Magari è la volta buona che ci sistemano il lungolago.
Francesco Angelini
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