È il segnale incoraggiante che arriva dalla campagna "Un albero per la tua città", promossa dalla Famiglia comasca assieme al nostro giornale, partendo dalla proposta di un lettore, Giulio Bucciarelli. Una persona, per l'appunto, innamorata di Como, che con la sua idea ne ha contagiate molte altre. Si è innescato un circolo virtuoso, i cui effetti si sono propagati ben oltre le sponde del Lario, considerando che l'ultima donazione, la numero 54, arriva dall'Olanda. D'accordo, il fatto che i comaschi amino Como dovrebbe essere scontato. Ma a guardarsi un po' attorno in questi giorni di festività natalizie, che hanno fatto riscoprire il cento storico a tante persone di solito in tutt'altre cose affaccendate, si direbbe il contrario: code con vista sullo scempio della Ticosa per raggiungere la città murata; palazzi ricoperti di scritte in quelle che una volta erano le vie più belle e prestigiose della "vasca"; il lungolago ancora, desolatamente, senza prospettive (in senso letterale).
Se tutto ciò è potuto accadere non dipende dall'incuria, piuttosto che dall'eventuale incompetenza, di qualcuno, ma prima di tutto dal disamore che quel qualcuno prova per Como. Sì, perché tirare su un muro davanti al primo bacino del Lario non è una questione ingegneristica o architettonica, ma di totale mancanza di buonsenso e di attenzione verso la città e chi la vive. Non a caso a innescare la sollevazione popolare che portò all'abbattimento non fu qualche famoso architetto, bensì un semplice pensionato.
Anche questa nuova campagna per rendere Como più verde, e per contrastare la colata grigia della cementificazione avanzata paurosamente negli ultimi anni, è partita dal basso. Stavolta da un giovane, che nella vita di tutti i giorni fa l'agente immobiliare e, soprattutto, il papà di un bambino di due anni. Bucciarelli non si è limitato a tirare fuori l'idea, ma ha messo mano per primo al portafogli, donando i 150 euro necessari per acquistare un albero di dimensioni adeguate e dedicandolo proprio a suo figlio. Anche nelle dediche degli altri donatori si vede chiaramente un comune pensiero per la Como che lasceremo alle nuove generazioni. Esemplari gli ultimi due casi: quello dell'asilo di Civiglio, dove gli stessi bambini hanno fatto una colletta per compare un albero, e quello del comasco emigrato in Olanda, che ha voluto contribuire a rendere più accogliente la città dove ha vissuto l'infanzia e dove spera che un giorno possa tornare sua figlia.
Questo circolo virtuoso è la più bella risposta alle parole infelici di quell'amministratore che, alla denuncia del muro sul lungolago, reagì invitando i comaschi a pensare ai muri di casa propria. Como è casa nostra. Questi alberi sono per il nostro giardino, per i nostri figli e nipoti.
Pietro Berra
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