I privati cittadini sono costretti - e lo si è visto chiaramente anche durante le scorse festività natalizie - a misurare con estrema attenzione e poi, comunque, a ridurre le proprie spese, ma si chiedono se oltre che a mettere in atto tutte le possibili strategie di aumento delle entrate (leggi aumenti di tasse, imposte e balzelli di ogni tipo) lo Stato non debba a questo punto sottoporre anche la spesa pubblica a un esame non solo accurato ma all'occorrenza anche spietato.
Certo, ridurre gli stipendi dei parlamentari - per pudore prima ancora che per equità -è un atto dovuto, ma non peserà più che una goccia nel mare di una spesa pubblica che viaggia allegramente verso gli 800 miliardi di euro, di cui - e questo la dice lunga sulla sciaguratezza comune ai governi del passato - un centinaio di miliardi solo di interessi sul debito. La verità è che, magari indicandola con eleganti perifrasi come "spending review", è assolutamente necessario porre mano a una spietata revisione dei singoli capitoli di spesa del bilancio dello Stato, alla ricerca dei tanti, troppi sprechi, delle tante, troppe inefficienze che hanno gonfiato il fabbisogno pubblico fino a fargli superare la metà del prodotto interno lordo.
Si tratta di una quantità di ricchezza smisurata e insopportabile, che va assolutamente ricondotta a dimensioni più accettabili, anche mettendo in conto l'impopolarità che una cura dimagrante di questo tipo necessariamente comporta. Non è il caso, nella fattispecie, di parlare di economie da realizzare "nelle pieghe" del bilancio; non di pieghe, infatti, si tratta, ma di autentiche voragini che ingoiano centinaia di milioni alla volta.
Per troppo tempo si è ritenuta un'operazione di questo tipo incompatibile con la sopravvivenza di un governo o con gli interessi elettorali di un partito. Monti ha assunto la guida dell'esecutivo dicendosi completamente estraneo a simili considerazioni e interessato solo a un'azione di risanamento per altri rivelatasi irrealizzabile. E' il momento che lo dimostri in concreto.
Antonio Marino
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