Sì, perché ogni volta che regolano i cespugli nel parco dell'amministrazione provinciale sono i contribuenti a pagare i giardinieri. Allora è lecito negare il passaggio nel suddetto parco, proprio ora che anche la passeggiata che conduce a Villa Olmo è inibita al transito di pedoni e cicloamatori a causa dei lavori di sistemazione della pavimentazione?
Pensate che spasso per uno che voglia farsi una sgambata sul lungolago. Arriva in piazza Cavour e si trova davanti la palizzata che chiude il cantiere per altro già chiuso di suo delle paratie. Poi si incammina lungo quel pertugio di passeggiata con grata e vista sulla sabbia lì dove c'era lo spazio Zambrotta. Un bel fastidio, quest'ultimo, per l'amministrazione comunale che ha pensato bene di far pagare al calciatore l'impudenza di aver voluto offrire per qualche mese uno scorcio di lago ai comaschi che se lo stavano dimenticando e ai turisti che non l'avrebbero mai ammirato da vicino.
Ora il problema non si pone più e il Comune può tirare un sospiro di sollievo. Al visitatore o all'indigeno che voglia farsi una passeggiata o una pedalata salutare non resta che tirare avanti, raggiungere le miserie dei giardini a lago con i loro progetti di sistemazione che ingialliscono nei cassetti di palazzo Cernezzi, sbucare in zona stadio, unico scorcio di lago fruibile alla vista, quindi giunto all'imbocco della passeggiata di villa Olmo deviare tra il traffico e lo smog di una via Borgo vico rimasta singola. L'unico bis concesso ai cittadini, infatti, anziché quello della strada taglia traffico è stato quello del mandato di Bruni.
Ci sarebbe la possibilità di deviare nel parco di villa Saporiti, spazio pubblico fino a prova contraria. Ma l'amministrazione provinciale ha detto no, creando tra gli habitué delle passeggiate lungo il lungo un nuovo fan club del governo Monti che ha in animo di abolire le Province.
Forse allora il parco diventerà fruibile ai cittadini. Più problematico poter posare i piedi su un altro spazio verde che dovrebbe appartenere al pubblico ma è off limits. Un po' come se vi impedissero di entrare in una stanza di casa vostra che avete acquistato e continuate a pagare quando necessita di manutenzione.
Il parco di villa Erba, al confine tra Como e Cernobbio, sarebbe l'ideale prosecuzione di quella passeggiata che partendo da piazza Cavour sfocerebbe, una volta eliminati gli ostacoli di cui sopra, a villa Olmo e poi sulla via ciclopedonale che affianca la Regina e si interrompe proprio alle porte del parco di villa Erba.
Ma anche quest'ultimo, nonostante sia pubblico e in spregio a una petizione che ne chiedeva l'apertura accusata dal sindaco di Cernobbio, Simona Saladini, di mire politiche (ma hanno firmato anche i non cernobbiesi che non votano lì), resta chiuso al pubblico.
La proprietà in questo caso è di tre enti: il Comune di Cernobbio, quello di Como e la Provincia (rieccola). Forse bisogna sperare che Monti cancelli anche i Municipi per poterci riappropriare dei nostri parchi.
Francesco Angelini
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