Se il vero motivo che sta alla base di questa ennesima invenzione, è la lotta allo smog, non ci siamo proprio. Chi abita ai confini dell'area C, ieri mattina non si è certo accorto che qualcosa è cambiato. Sicuramente non si è accorto di nulla in meglio. Il comune di Milano sbandiera i primi dati come la testimonianza di un successo: meno quaranta per cento di ingressi in centro città.
Ma questo vuol dire che il 40% in meno di macchine ha raggiunto Milano? Assolutamente no. Semplicemente si sono fermati prima, affollando quando va bene i parcheggi adiacenti alla fermate della metropolitana, oppure occupando tutto ciò che era occupabile, marciapiedi compresi. Oppure entrando in centro prima delle 7.30.
Ma chi abita nelle zone confinanti con l'area C ha respirato ieri un'aria ancora peggiore, ha trovato le strade intasate come sempre, ha portato i figli a scuola non riuscendo a trovare un parcheggio neanche a pagarlo a peso d'oro. Tutto come e peggio di prima. E neppure i residente del centro sono contenti, anzi. Sono proprio loro i più grandi oppositori delle giunta Pisapia, accusata non solo di "chiederci soldi per rientrare nelle nostre case" ma addirittura di aver sostituito una tassa sull'inquinamento, con una vera e propria patrimoniale.
Insomma, parliamoci chiaro. E' come se l'esperienza dell'Ecopass di morattiana memoria, non avesse insegnato nulla. La lotta all'inquinamento non si fa applicando nuove tasse, ma con politiche serie, anche dure. L'aria a Milano non è migliorata grazie all'Ecopass e non migliorerà nemmeno grazie all'area C. Forse sarà più respirabile nel centro città, ma ai confini resterà irrespirabile e sarà destinata a peggiorare. E' come se ci fossero due città; una da salvaguardare e l'altra da abbandonare al proprio destino.
La lotta all'inquinamento certamente impone del coraggio. Si tratta soprattutto di modificare una mentalità, un modo di vivere. Ma non è mettendo nuove tasse che si convincerà la gente a non usare la macchina, soprattutto quando non è necessario. E' come pensare che una domenica a piedi ogni tanto, possa portare, anche da una punto di vista culturale, qualche beneficio. Se l'aria è davvero irrespirabile, se la salute dei cittadini è davvero a rischio, si prendano decisioni drastiche. Si blocchino gli ingressi alla città, non solo al centro. Si incentivi davvero l'acquisto e l'uso di veicoli meno inquinanti. Si avvii una seria campagna di controllo degli impianti di riscaldamento, soprattutto negli edifici pubblici.
Lasciamo perdere i paliativi, soprattutto se servono solo a fare cassa.
Massimo Romanò
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