I fatti (meglio spiegati a pagina 25) raccontano quanto segue: nelle scorse settimane La Provincia chiede all'amministrazione di Villa Saporiti i dati sui chilometri percorsi dalle auto blu in dotazione e l'accesso ai registri sui quali vengono annotati i viaggi di assessori e presidente provinciale. Alla prima richiesta l'amministrazione guidata da Leonardo Carioni fornisce l'informazione senza problemi, alla seconda invece la nega in forza di una norma del 1990. Un divieto sorprendente. Perché arriva da un ente che - ne siamo certi - non ha sicuramente nulla da temere dalla pubblicazione di quei dati. Perché giunge in un periodo storico in cui la stima per i politici rasenta lo zero e, di conseguenza, appigliarsi a cavilli legali per rifiutare un'informazione sacrosanta ai cittadini rischia di essere confuso con un tentativo della Casta di nascondere chissà cosa. E perché, proprio sulla questione dei chilometri percorsi dagli amministratori, un ex vicepresidente della Provincia si è giocato la carriera e il bisogno di trasparenza sul tema dovrebbe essere sentito come un dovere, prima di tutto, dai suoi ex colleghi.
Il documento con il quale Villa Saporiti rimbalza la richiesta di accesso al registro delle auto blu si chiude con il chiarimento che «avverso al diniego è ammesso ricorso al Tar entro il termine di trenta giorni». Lungi da noi l'idea di appesantire le già povere casse della pubblica amministrazione in una costosa controversia legale, anticipiamo pubblicamente che nessun ricorso sarà presentato. E non per timore di una sentenza contraria, anzi. Piuttosto perché quell'atto burocratico non cancella la fiducia di potere raccontare ai nostri lettori (loro elettori) il contenuto dei registri ora segreti.
Una fiducia riposta non solo nella speranza che gli stessi fautori del "no" rinsaviscano, rendendosi conto che un rifiuto rischia di scatenare illazioni ingiustificate, ma anche sulla base di ciò che dice la legge. Nel richiamare una vecchia disposizione del 1990 per motivare la "secretazione" del registro viaggi delle auto blu, infatti, il dirigente dell'amministrazione provinciale firmatario dell'atto si è dimenticato dei notevoli passi avanti che, negli ultimi vent'anni, la normativa in materia di trasparenza ha fatto: con la Bassanini nel 2005, e con le norme volute dal ministro Brunetta nel 2009. Che così intendono il concetto di trasparenza applicata agli enti pubblici: «Accessibilità totale delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione» delle amministrazioni pubbliche «allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità».
Visionare quei registri e, in generale, tutti i documenti partoriti da un ente locale non è voyerismo, o semplice esercizio della libertà d'informazione. Qui non si tratta di parafrasare Humphrey Bogart: «È la stampa, bellezza». Ma di ricordare un principio che, per quanto possa suonare stonato a chi ci amministra, dovrebbe al contrario essere scontato: è questa la bellezza della democrazia.
Paolo Moretti
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