Dini sarebbe dovuto restare in carica per varare la riforma delle pensioni, la legge finanziaria e la riforma elettorale (sembra quasi storia di oggi) per poi tornare nel recinto dei tecnici. Invece anche Lambertow (come lo chiamavano gli americani) si fece contagiare dal morbo della politica, restò attaccato alla poltrona il più possibile e poi gabbò Berlusconi e andò a candidarsi nel centrosinistra di Prodi.
La politica, specie nei posti di potere più ambiti è un animale infido e seducente. Sarà mica che anche a Mario Monti potrebbe venire lo sghiribizzo di vivere una second life nei palazzi romani? Perché, a differenza di Dini, che aveva margini di manovra limitati da un Parlamento che ancora poteva far sentire la sua voce, l'ex rettore della Bocconi ha in mano una sorta di carta bianca che sta giocando alla grande.
Ecco perché l'attuale inquilino di palazzo Chigi potrebbe turbare i sonni dei partiti e soprattutto degli aspiranti premier e ministri che già prenotano le poltrone una volta passata la nottata dei tecnici.
L'azione del governo Monti si sta facendo sentire. Se al Professore e ai suoi riuscisse il miracolo di tirar fuori dalla palta la macchina Italia e farla ripartire entro il prossimo anno, quando scadrà la legislatura, chi potrebbe negar loro un ulteriore mandato per completare l'opera. Perché non c'è solo Monti a darsi da fare. Anche i ministri e soprattutto le ministre stanno consumando litri e litri di olio di gomito, al punto che spuntano già i primi attriti come quello tra Corrado Passera ed Elsa Fornero.
Nei partiti, infatti, cominciano a fischiare le prime orecchie. In alcuni esponenti del Pdl il sibilo sta diventando assordante, al punto che lo ha avvertito lo stesso Monti che si è detto preoccupato sui rischi per la tenuta del movimento dell'ex premier nel sostegno al governo. Anche in casa Pd, però, qualcuno comincia a interrogarsi.
C'è poi un jolly pesantissimo che il presidente del consiglio potrebbe giocare. Forse lo sta già facendo ma qui sì si sconfina nell'iperuranio della fantapolitica. Tutte queste sacrosante sortite della guardia di finanza nei templi dello scontrino mancato fanno pensare. Lo stesso Monti, tanto per dare una mano agli appassionati della fantapolitica, qualche giorno fa si è fatto sfuggire (forse non caso) una frasetta per cui il recupero dell'evasione fiscale potrebbe essere utilizzato per abbassare le tasse. E ve lo immaginate un governo che dopo aver torchiato gli italiani si presenta al voto prendendo l'Irpef a forbiciate? Chi gli negherebbe il sostegno?
Francesco Angelini
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