Loro sono abituati, certo, ma soprattutto sono organizzati, e sta qui il discrimine. Quindi chiudete le scuole, non per necessità, ma per opportunità, per limitare il caos.
Caos che probabilmente ci sarà anche oggi che nel Comasco le scuole saranno tutte aperte, salvo rarissime eccezioni, mentre in altre città le chiudono solo per precauzione. È solo questione di evitare il caos perché, almeno finora, non c'è emergenza, o meglio non ci sarebbe. Magari però, chissà, le famiglie oggi saranno più avvedute di chi deve gestire il caos e si saranno organizzate per tenere a casa i ragazzi prevenendo la confusione.
Lo vedremo. Ad ogni modo, non sono caduti tre metri di neve, le temperature non sono scese a - 30, da gelare il respiro nei polmoni. L'emergenza non esiste per il meteo, ma nelle teste e nell'organizzazione, anzi disorganizzazione, della pulizia delle strade, dei riscaldamenti nelle aule.
A Como il messaggio è: non spalate, non abbiamo più soldi. Del resto, ce n'era già stato un altro prima: non usate l'auto, state a casa o andate a piedi. Camminare fa bene, ma non sempre le distanze da casa al lavoro o a scuola sono tali da renderlo possibile e non sempre c'è il collegamento bus. Stando così le cose, c'è poco da fare. Non viene neanche più da essere ironici. Ci manca sempre qualcosa. E non è proprio bello entrare in classe e sentirsi dire da un ragazzino di Lugano: «Ma noi andiamo sempre a scuola, anche con la neve, perché da noi le strade le puliscono». Già.
Accidenti, ma perché non siamo mai ben organizzati? Una volta ci mancano i soldi, sempre più spesso purtroppo, un'altra volta ci manca la programmazione, tante volte ci manca il buon senso, a tutti, anche a quelli che insistono a non mettere le gomme da neve, né le catene, a quelli che non puliscono davanti a casa. Chissà com'è, ma siamo sempre un passo indietro. Sembra un incubo. È come in quei sogni in cui corri, corri, corri e ti manca sempre un metro per arrivare alla meta.
E in questa situazione non è strano che i genitori preferiscano tenere a casa i bambini e i ragazzi, mandarli sarebbe più la spesa che l'impresa, benchè lo sia anche avere i figli a casa e non sapere a chi lasciarli. Anche per questo le scuole dovrebbero restare aperte, ma se tutto funzionasse a dovere. Altrimenti anche quei genitori che vogliono portare i figli a scuola rischiano di non riuscirci e di perdere comunque un giorno di lavoro.
Il rischio, (o la certezza?) di pattinare sulle strade ghiacciate perché non ci sono soldi per comperare il sale è reale, quello di non sapere se i propri figli staranno al caldo (in alcune scuole c'è chi non molla giubbotto e sciarpa) o al troppo caldo (c'è chi vorrebbe seguire le lezioni in costume da bagno, viste le temperature tropicali che poi cozzano col freddo fuori) pure.
Ogni nevicata è un'avventura, è strano, ma è così. Lo è per colpa un po' di tutti, ma soprattutto per colpa di chi (e per fortuna non sono tutti) è lì per decidere il funzionamento di un territorio e non lo fa. Al cittadino non resta, come sempre, che arrangiarsi. Non prima di aver imprecato.
Carla Colmegna
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