Ebbene, è proprio quanto vi invitiamo a fare noi adesso. Non a salire in piedi sul tavolo, cosa che sorprenderebbe non poco familiari e colleghi, ma a osservare situazioni logore con occhi rigenerati. Le tasse, per esempio. Oppure le bollette: avete mai pensato possano fare qualcosa se non aumentare anno dopo anno?
Possono, credete a noi: abbiamo le prove. Il reperto numero uno - come dicono nei telefilm americani - viene da Albese, dove la tassa dei rifiuti è destinata a diminuire grazie alla carta. La raccolta differenziata ha dato i suoi frutti: la vendita della carta ha portato un introito maggiore, rispetto all'anno scorso, il che consentirà di aggiustare, al ribasso, la tassa a carico dei cittadini. Passiamo al reperto numero due: a Olgiate Comasco, la diminuzione dei costi per la depurazione dell'acqua dovrebbe portare a un risparmio significativo per il Comune. In questo caso, la bolletta dell'acqua potabile rimarrà invariata, ma un beneficio per l'utente ci sarà comunque, anche se indiretto: l'Amministrazione avrà infatti nuove risorse da spendere nell'interesse, si spera, della comunità.
In queste notizie di cronaca amministrativa, apparentemente tecniche e legate a due specifici lembi della provincia, è racchiusa una verità rivoluzionaria: le tasse, le bollette, i balzelli possono diminuire. In altre parole, non è detto che per i cittadini i costi debbano essere sempre in aumento, sempre più pesanti, invadenti, oppressivi. Non è legge della fisica che il cittadino, nei suoi diversi ruoli di contribuente, utente, consumatore, debba sempre soltanto pagare e pagare ogni volta un poco di più. Lavorare, dal basso, nell'interesse del pubblico è possibile. Al contrario, sostenere, come implicitamente si fa, che l'economia, la finanza, l'inflazione, il costo delle materie prime, il fisco, il carburante, lo spread, la Banca centrale, la Federal reserve, la Cia, il Kgb e le cavallette spingono inevitabilmente all'aumento delle tariffe, dei costi, delle tasse e che, in ultima analisi, esigono una progressiva spremitura della gente, è sbagliato e rappresenta un atteggiamento rinunciatario quando non truffaldino. Il segreto, sembra di capire, sta nell'amministrare con testa e logica, risparmiando, ottimizzando e soprattutto reinvestendo dove nei servizi produttivi e a domanda individuale è giusto reinvestire: in chi produce servizi e negli individui. Aspettarsi che il peso dello Stato si faccia più leggero in virtù delle grandi manovre in corso a livello nazionale o europeo non sarà illusorio ma neppure è del tutto realistico. Meglio contare sull'efficienza quotidiana, sistematica, applicata da un amministratore che ragiona come se risparmiare denaro pubblico fosse suo interesse personale; e questo per l'ottima ragione che, guarda un po', è proprio così: risparmiare denaro pubblico è anche suo interesse personale.
Chi lo sa? Forse è questo il federalismo che cerchiamo come fosse la pietra filosofale: è la politica dell'agire, nel piccolo e nel locale, curando l'interesse nostro e del vicino. Per trovarsi tutti, alla fine, a festeggiare con un brindisi di onesta acqua potabile.
Mario Schiani
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