Il tema della mediocrità di Como è stato il protagonista del convegno organizzato l'altra sera dal Coordinamento gruppo giovani dove sono state illustrate dal giornalista del Sole 24 Ore, Giacomo Bagnasco, le classifiche degli ultimi anni sulla qualità della vita nelle città e nei territori curata dal quotidiano economico. Dalla ricerca si evince come Como si collochi sempre al centro della graduatoria, con qualche minimo scostamento. Mai tra le eccellenze italiche ma neppure nei bassifondi.
Il rischio di un'assuefazione è stato evidenziato da Angelo Monti, presidente degli architetti comaschi davanti a una platea in cui figurava salvo sorprese anche il futuro sindaco della città (c'erano i principali sfidanti per le primarie del Pdl, Laura Bordoli e Sergio Gaddi oltre al candidato del centrosinistra, Mario Lucini).
Monti ha denunciato come l'agenda dei problemi fondamentali di Como sia sempre la stessa: il rilancio turistico, la dimensione culturale e il rapporto con l'area metropolitana. L'abitudine a questa mediocrità per cui si potrebbe fare meglio, ma alla fine, c'è sempre chi sta peggio di noi, fa sì che l'agenda finisca in naftalina e la città rimanga ferma.
A pochi mesi da un'elezione amministrativa sicuramente particolare con il sindaco uscente che non può più ricandidarsi, la proliferazione di liste civiche, il centrodestra abbandonato da una parte del suo blocco sociale di riferimento, la Lega che torna a correre da sola e il centrosinistra che può giocarsi la chance, la questione non può che uscire dall'ambito accademico e proiettarsi a bomba nel dibattito politico amministrativo.
Uscire dalla mediocrità significa prima di tutto dare risposte efficaci alle grandi questioni di Como, quindi indicare la strada per reperire le risorse. Ma vuol soprattutto, mettere in campo un èlite di amministratori con le capacità richieste dal momento. Non è un caso che la classifica del Sole 24 ore segnali una percezione del miglioramento della qualità della vita in città in cui il gradimento dei sindaci appare elevato.
A Como serve quindi un cambio di passo nell'amministrazione, così come un'azione più efficace e visibile a supporto della società civile.
Purtroppo la realtà ci dice che anziché le frecce che sono nell'arco della comunità comasca, si stiano lanciando le freccette, che, come è noto nel gioco vanno a centrare un bersaglio piccolo.
Ancora una volta, da parte di chi potrebbe fare e molto, sembra prevalere la volontà di delegare alla politica, salvo poi lagnarsene.
Tocca allora al ceto politico tentare un riscatto, magari attraverso una selezione più attenta a partire dalla composizione delle liste e una valutazione delle persone in funzione degli incarichi che prescinda dal numero di preferenze ottenute. Sarebbe già un inizio, anche se la battaglia si presenta difficile. La mediocrità è un nemico astuto. E a volte anche comodo.
Francesco Angelini
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