Lo scippo per strada è uno dei quegli atti abituali nella realtà quotidiana in molte città. A Como finora ha rappresentato un'eccezione tanto da non meritare nemmeno una riga nell'annuale bollettino diffuso dalle forze dell'ordine dove, invece, abbondano furti e rapine.
Per questo motivo i due episodi accaduti a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro in pieno centro (il primo in via Carloni, l'altro davanti al tribunale) non passano giustamente inosservati. Né possono essere sottovalutati. Segnali, forse, che l'immagine di Como come un'isola felice comincia ad incrinarsi. Per due scippi? Anche. Due scippi che si aggiungono ai cinque episodi di violenza sessuale, attribuiti ad un'unica mano, accaduti sempre in pieno centro tra novembre e dicembre.
Una prima aggressione ai danni di una commessa tra via Luini e via Rusconi; seguita da quella, in via Stoppani, ai danni di una donna immobilizzata e gettata a terra prima che l'aggressore fosse messo in fuga dalle sue urla. Violenza sessuale vera e propria, quella consumata in un sottoscala dell'autosilo di viale Lecco cui ha fatto seguito l'aggressione e il tentativo di rapina (con pistola finta) ai danni di una studentessa mentre posteggiava in via Borsieri.
Sospiro generale di sollievo alla notizia dell'arresto dell'autore, come al risveglio da un brutto incubo.
Ora la doccia fredda che riporta al centro dell'attenzione, in particolare di noi donne, la questione sicurezza. Il filo rosso che lega gli episodi è dato dal fatto che le vittime sono tutte donne. Per i due scippi e le cinque violenze. Un caso? Difficile da credere, da un punto di vista statistico non regge. Anche su questo fronte a noi donne tocca incassare l'ennesimo triste primato. Pur senza dipingerci come vittime predestinate, resta l'amarezza di dover fare i conti con il venire meno di quel patto di fiducia con la città. Uscire sole, anche la sera, non è mai stato un problema. La paura non era uno degli accessori indispensabili da infilare in borsetta prima di infilare la porta e andare ad un appuntamento o anche solo raggiungere la macchina al parcheggio dopo il lavoro o il pomeriggio di studio con i compagni.
Tutto questo ora non esiste più. Le cinque violenze (non importa se arrivate fino in fondo oppure no) e i due scippi costringono a rivedere le nostre abitudini. A imporre dei confini alla nostra libertà. E questo non ci piace.
Elvira Conca
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