Le cause dell'incidente sono ancora tutte da verificare e si fanno ancora ipotesi, da quella del malore dell'autista a quella del guasto al bus turistico. È giusto che sia fatta chiarezza sulla dinamica, ma in questo momento a noi resta l'immagine di un sogno di giovinezza infranto contro un muro di cemento, una gioia che si trasforma in un'immagine di morte e il pensiero va a quanto crudele possa essere il destino che nel ventre di un tunnel si porta via, in un istante, ventidue ragazzi che avevano davanti a sé l'avventura di una vita da costruire, un'esistenza spezzata, non solo per quei ragazzi che hanno chiuso gli occhi per sempre, ma anche per i loro amici, per quelli che hanno avuto la fortuna di sopravvivere, di non soccombere allo spaventoso schianto. Anche loro si porteranno per sempre l'immagine di quella sera in cui il loro destino è cambiato di colpo, senza ragioni, su un bus turistico che sbanda e va contro la parete di cemento. Sarà difficile dimenticare questo trauma, perché insieme alla paura e allo spavento più grande, dovranno affrontare l'elaborazione di un lutto che è difficile e molto doloroso da affrontare a questa età, quello della perdita degli amici con i quali si sono condivisi momenti e giorni felici, affetti sinceri, scoperte, attimi di crescita.
Lo schianto che ha provocato questa "strage degli innocenti" non lascia indenni nessuno, né i morti, né i sopravvissuti. E' a loro che va il nostro pensiero, ai ragazzi che hanno visto la morte negli occhi dei loro compagni e che quella morte vista in faccia non potranno più dimenticare per tutta la vita. Potrà diventare un ricordo, ma l'elaborazione del lutto non sarà facile, porterà altre sofferenze, dolori dell'anima, forse più duri del colpo assordante di quello schianto. Avranno bisogno di aiuto questi ragazzi che hanno visto la neve su cui hanno giocato per una settimana, oscurarsi nel suo biancore, macchiarsi di sangue, diventare l'esperienza più dura da affrontare nella loro crescita.
Possiamo solo sperare che per questi ragazzi ci sia una consolazione al dolore dell'anima, che quel destino che ha voluto accanirsi con tanta crudeltà sulla loro giovinezza, possa riservare loro la possibilità di asciugare le lacrime, anche quando non potranno più scendere. Anche quando il vuoto dei loro amici che riposeranno nei cimiteri dei loro paesi in Belgio diventerà impossibile da sopportare, la speranza è che possa riservare per loro un po' di clemenza, una carezza di consolazione, la pace del perdono verso questo stesso destino che una sera di marzo ha voluto essere così impietoso e cieco.
Fulvio Panzeri
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