Finalmente ho veduto che sono tornate le rondini. Forse un po’ in ritardo ma sono ricomparse nel cielo, con i loro garruli cinguettii, i grandi e allegri volteggi. Le ho viste ieri mattina nel cielo sopra casa mia. Erano proprio le rondini vere, quelle piccole, con il petto bianco e il corpo blu scuro. Non ci si deve infatti confondere con i "rondoni" che sono tutti neri, più grossi e più resistenti.
Fin dall’antichità si riteneva che la rondine da petto bianco era amica dell’uomo con il quale viveva quasi in stretto contatto. Da sempre nidifica infatti sotto i tetti, sulle travi degli androni. È dunque l’uccello più amico dell’uomo. Quando a primavera questi migranti tornato, pare che ricominci la vita. Dire che «son tornate le rondini» è come affermare che «alla sera va giù il sole».
Ma da qualche anno però, quando se ne va il freddo e le giornate prendono ad allungarsi, si fanno largo pensieri brutti che son quasi un’angoscia: «Sta primavera non si sono ancora viste le rondini. Chissà se torneranno». E questo non è solo un mio "pallino". Sento la preoccupazione legata alle rondini anche tra gli amici, tra altre persone: un ricorrente "tarlo" comune, dunque. Quest’anno poi l’ansia era salita molto. Le settimane passate sono state davvero un bel tormento, con le sospirate rondini che non si vedevano arrivare. Con tutti le amarezze che, via via, si stanno affacciando nella nostra vita, le nuvole nere nel cielo e il profilarsi di brutte novità che solo poco tempo fa erano "cose d’altro mondo" (inutile qui stare a farne un elenco, tanto le conoscono tutti) sembrava proprio che ci si mettessero anche le nostre amiche rondini a rovinarci la vita: «Vuoi vedere che quest’anno non tornano davvero». L’amico Emilio Paleari, agricoltore e allevatore con azienda sulle colline erbesi sospirava guardando il cielo: «Non sono ancora tornate le rondini. E una cascina senza le rondini che le volano intorno, non è una cascina».
Poi ci si è messo anche il professor Danilo Mainardi, il quale ha scritto sul "Corsera" che le rondini vere, quelle con il petto bianco (la "hirundo rustica"), sono sempre meno. In pochi anni sono diminuite del quaranta per cento.
Ma perché l’uomo è così tanto amico delle rondini e si preoccupa per le sue lunghe migrazioni? È un amore che arriva da lontano. Fin dai tempi dei greci la rondine era un animale sacro agli dei protettori della casa. Gli antichi marinai aveva della rondine fatto il simbolo del ritorno. Qualche esperto della mitologia azzardò pure a sostenere che la rondine era addirittura il nume protettore della casa. Infatti è stato accertato che, sempre secondo gli esperti, la rondine a primavera torna alla stessa casa dove era nata. Mi ricordo che la mia vecchia nonna contadina, che non sapeva, nemmeno da lontano, cosa fosse la mitologia, ma aveva intuito che le rondini dei nidi sotto il tetto erano davvero delle protettrici della sua cascina. Infatti ogni estate diceva di riconoscere le rondini nate l’anno prima: «Sono tornate proprio quelle dell’anno scorso. Sono sicura». Noi bambini la prendevamo in giro e allora lei cosa fece, una fine estate del dopoguerra? Una notte con l’aiuto di un nipote già grande salì con la scala nel solaio e catturò una rondine novella e le legò una fettuccina di tela molto piccola a una zampetta. La primavera dopo, proprio il giorno di San Benedetto, la nonna liberò un urlo di gioia. La rondine con «ul bindèl al sciampén» era tornata davvero.
Emilio Magni