Riduzioni di stipendio, aumenti delle addizionali Irpef, dell’Imu e dell’Iva in piú la benzina a quasi due euro al litro e gli aumenti a seguire sui prodotti che devono essere trasportati. È questo lo scenario che attende gli italiani nei prossimi mesi.
Le misure decise dal governo Monti cominciano a farsi sentire e la luna di miele che ha accompagnato l’esecutivo volge al tramonto. Presi tra l’alternativa di un tracollo sui mercati e I sacrifici che si annunciano, gli italiani scelgono con rassegnazione il male minore. Del resto giá si vedono i primi segnali da quando il prresidente Monti ha lasciato trapelare la possibilitá che il suo governo si tiri indietro. I toni si sono subito smorzati e la Cgil ha notificato che la responsabilitá non é sua ma del Parlamento.
L’indice di povertà 2009 è nell’unione Europea a quota 16,4 %. La Germania é al di sotto ma di poco: 0,8% a quota 15,6%. Proviamo a indovinare chi ha invece l’indice più basso: la Repubblica ceca con il 9%. Hanno guadagnato dalla delocalizzazione tedesca e si sono messi a ridosso della locomotiva ma mantenendo una propria indipendenza formale di cui vanno fieri. La veritá é che la societá ceca é animata dal furore di chi vuol tenere il passo con le sfide della rivoluzione tecnologica e il suo vantaggio é che si ricorda del passato recente in termini tali da auspicare il futuro.
In Italia é il contrario perché le vacche grasse di 50 anni di crescita e di benessere hanno infiacchito gli animi e i sacrifici richiesti si percepiscono come un’ingiustizia. I mercati aperti hanno portato anche in Europaa quello che nei paesi anglosassoni vale come regola di vita e che si esprime in un detto semplice e brutale: o nuoti o anneghi. Vuol dire che la sfida é trovare nell’ambiente in cui si lavora uno strumento di realizzazione e quindi una coincidenza di interessi. Insomma il lavoratore é esposto anche lui alla concorrenza e se la sua azienda perisce, anche lui non puó che perdere.
Non esiste piú il padrone novecentesco che gode di una posizione di previliegio ma tutti operano sul mercato con responsabilitá diverse tesi verso il bene comune dell’azienda. Poi vincerá il migliore e per gli altri si comincerá da capo. Questo vale soprattutto ora che la concorrenza asiatica ha messo tutti nell stessa trincea: o ci si rinnova o si perisce. Del resto nella Germania da tutti osannata vanno bene quelli che hanno una preparazione qualificata, al punto che ai tecnici, agli ingegneri, ai ricercatori, si facilitano gli ingressi perché l’industria ne ha bisogno. Ma se giriamo l’occhio alla sola Berlino scopriamo che la realtá non é cosí rosea: su 850mila lavoratori a tempo pieno, sono 130mila quelli che guadagnano netti meno di mille Euro, di questi 74mila viaggiano sui seicento settecento euro al mese. Da qui la crescita del doppio lavoro da 28mila del 2003 ai 68mila del 2011. In totale I disoccupati della capital tedesca sono 250mila.E percepiscono 879 euro al mese. Morale: molte occupazioni fan guadagnare meno del sussidio di disoccupazione.
È un fatto che la differenza fra chi fa lavori qualificati e chi invece non ne dispone tende ad aumentare. Ed é evidente che sia cosí perché per fare un ingegnere ci vogliono anni ma chi non ha qualificazione deve mangiare e vivere nel frattempo. In Italia I lavori di fatica ingrati vengono affidati agli stranieri, è nei fatti che in futuro finiranno per essere appettiti anche dagli italiani. Perché la povertá avanza e la madre di Berlino ce lo dice: tre figli sussidio d 879 piú contributo per I bambini a carico di 558 euro. L’affitto é di 600 euro. Una storia berlinese di ordinaria (dignitosa ) povertá.