Di più. Da Palazzo Cernezzi è trapelato che l'accelerazione è decisa: all'inizio della prossima settimana - forse già lunedì - è convocato un vertice tecnico con la Soprintendenza per mettere a punto gli indirizzi progettuali per gli arredi, la pavimentazione e l'illuminazione della nuova passeggiata.
Dopo anni di ritardi e disastri assortiti questa svolta, che cade alla vigilia della presentazione delle liste, lascia davvero sconcertati. L'opposizione (con il candidato sindaco Lucini) e l'ormai ex alleato leghista (Mascetti) hanno subito bollato l'operazione come un «assurdo spot elettorale» avocando al successore di Bruni le decisioni sul futuro del lungolago. Dall'altra parte della barricata la candidata sindaco del Pdl, Bordoli, che ha invece definito giusta l'accelerazione: «Sarebbe un errore perdere altro tempo, la città chiede che le venga restituito il lungolago».
E così, proprio alla vigilia del via alla campagna elettorale, i comaschi si trovano al bivio: dar credito a questa ennesima promessa o liquidarla davvero come uno spot? O, infine, classificarla come il tentativo estremo - forse a partita finita e con un pesante passivo - di lasciare un ricordo positivo o di segnare quantomeno il gol della bandiera? È chiaro che l'interista Bruni ha il terrore di essere consegnato alla storia patria come il sindaco del muro. E questo colpo di coda, anche umanamente, è comprensibile: suona come l'ultima carta per voltar pagina, per chiudere in bellezza dopo dieci anni sotto un tir (sono parole sue).
Sta di fatto che le premesse e gli scenari futuri sono tutt'altro che incoraggianti. Solo pochi giorni fa il ministro Passera (un comasco doc) ha cacciato i tre commissari di Sacaim, nominando al loro posto un luminare bolognese, Maffei Alberti. Ma, soprattutto, si è avuta un'ulteriore conferma che l'azienda veneziana - in amministrazione controllata - naviga in bruttissime acque. L'esposizione debitoria è di 581 milioni, contro un patrimonio di 598, e i ricavi 2011 sono stati di soli 92 milioni, dovuti anche agli insoluti delle pubbliche amministrazioni. Maffei Alberti, così ha riferito il sindaco, però «ha ribadito la ferma volontà di completare il cantiere».
Chissà. Sta di fatto che i lavori sul lungolago, stando all'ultima promessa di Bruni, avrebbero dovuto ripartire già all'inizio di marzo, ma il cantiere sembra aver riaperto solo per onor di firma. Tanto che per rivedere una gru si è dovuto aspettare quasi un mese. Non solo. Nelle passate settimane il Comune aveva promesso che avrebbe fatto i salti mortali per ultimare la bonifica dell'ultima porzione di fondali - di fronte a piazza Cavour - prima di Pasqua. E ovviamente non se n'è saputo più nulla.
Come non si è saputo più nulla dell'intervento nel tratto tra l'imbarco del Tasell e la biglietteria della Navigazione (altri nove metri di steccato), che dovrà essere abbattuta e ricostruita di fronte al Metropole. L'unica certezza, a questo punto, è che i comaschi e i turisti dovranno rassegnarsi alla quinta estate senza vista lago. E quest'anno non ci sarà nemmeno Zambrotta con il suo prato sintetico. Che ha fatto storcere il naso a qualcuno, è vero, ma era pur sempre meglio di una orribile spianata di cemento.
Emilio Frigerio
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