In un'Europa afflitta dal debito e dalla spesa pubblica, l'Italia è ormai la grande malata e la vicenda degli ammortizzatori sociali non è senza rapporto con il decadimento del nostro sistema produttivo. L'alleanza tra partiti, sindacati e rappresentanti delle imprese ha creato un sistema che ha espulso molti lavoratori e li ha costretti ad andare presto in pensione, che spinge altri a preferire un assegno a un vero impiego, e altri ancora a cercare soluzioni individuali vantaggiose per loro, ma complessivamente disastrose.
Non era così all'alba della civiltà industriale, quando le risorse accantonate per aiutare ad esempio chi perdeva un reddito erano gestite (e a livello molto locale) direttamente dai lavoratori. All'epoca delle società di mutuo soccorso nessuno avrebbe potuto ottenere il sostegno altrui rifiutando un impiego, anche perché era chiaro a tutti che quei soldi venivano dai contributi stessi di altri operai.
La progressiva socializzazione dell'economia ci ha portato in questa condizione, da cui potremo uscire solo se riscopriremo, seppure in termini del tutto nuovi, quel tipo di solidarietà e responsabilità individuali.
La terribile crisi che colpisce la Mectex e altre aziende analoghe è figlia di apparati pubblici che assorbono più delle metà delle risorse e gravano come macigni sul mondo produttivo. Usciremo dalle attuali difficoltà solo se sapremo ridurre l'area dello Stato e se sapremo scommettere sulla capacità produttiva delle piccole e medie imprese.
L'episodio di queste ore, però, aiuta a comprendere come talune logiche che sono caratteristiche della funzione pubblica e degli apparati burocratici si siano diffuse perfino nei settori più sani: e questo non è affatto sorprendente, perché quando lo statalismo trionfa esso attira a sé tutte le categorie, comprese quelle che vivono sul libero mercato e grazie solo al loro lavoro.
In fondo, ci si è tutti un po' assuefatti all'idea che i soldi pubblici siano anonimi: come se provenissero da non si sa dove e da non si sa chi. Le cose ovviamente sono diverse, dato che dietro a ogni auto blu di troppo c'è un negoziante che chiude l'attività, come dietro a ogni finanziamento destinato a giornali o partiti vi sono moltissime famiglie che devono privarsi di qualcosa di importante: dalla possibilità di curarsi a quella di mandare un figlio all'università.
Per quanto riguarda il welfare, è vero che in ogni sistema sociale la solidarietà è fondamentale, ma perché essa non degradi deve maturare dal basso e deve essere amministrata con rigore. L'assistenzialismo degli ultimi decenni ci ha reso tutti un po' più egoisti, cinici e irresponsabili, ma ora un cambiamento di condotta si è fatto davvero necessario.
Carlo Lottieri
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