Lo ha fatto capire con un esempio caustico lo stesso premier Mario Monti, nella conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri in cui l'unica legge da discutere è stata quella "del taglione". «L'Imu c'è perché è stata abolita l'Ici quando non si poteva», ha detto il capo del governo. È stato uno schiaffone al suo predecessore ma da estendere a un sistema politico governativo tagliato sul modello dello sciagurato management Parmalat che pensava di risolvere tutti i problemi con la finanza creativa (vero ex ministro Tremonti?) e si sa com'è finita. Memento Bondi, perciò, e sperando in bene,
Il Consiglio dei ministri di ieri, però, rivela in controluce, un'altra importante svolta. Monti ha fatto sapere di non essere più disposto a star lì a ballare il minuetto suonato dai partiti che compongono la sua maggioranza.
Sarà perché dopo di lui lo tsunami, sarà per temperamento, ma gli incarichi assegnati a Giavazzi per i contributi e alle imprese e ad Amato per il finanziamento pubblico della politica rappresentano un commissariamento delle varie consorterie di partito che hanno tentato finora di frenare la marcia della locomotiva governativa.
Poi sono arrivati i tagli. Prima invocati e poi esecrati dai soliti campioni del gioco delle tre carte che siedono in Parlamento. «Basta tasse, servono i tagli», avevano tuonato. Ora che il governo sfodera le cesoie, partono i distinguo: «Sì ma qui non si può, là non si deve». E soprattutto non si tocchino i costi della politica, era il messaggio sottinteso.
Con Bondi si va sul sicuro. Taglierà ovunque e senza guardare troppo per il sottile. E allora i politici, anziché cercare consensi con vanagloriose dichiarazioni di principio, stiano piuttosto lì a tiragli la giacchetta quando è il caso.
Del resto, se non si vuole ricorrere alla finanza creativa e fare la fine di Parmalat, c'è poco da sfogliar verze. La pressione fiscale è quella di una pentola al limite della deflagrazione. Ritoccare di nuovo l'Iva avrebbe significato la pietra tombale sulla crescita e sui consumi. Si tagli cercando di non girare ancora il bisturi nella carne dei cittadini. Di materiale negli apparati pubblici ce n'è da sbizzarrirsi per Bondi.
L'unico dubbio fa riferimento al precedente Parmalat. Risanata dal commissario straordinario è stata venduta ai francesi. Sta a vedere che, a mission compiuta, magari ci compreranno i tedeschi. Sarà mica questo il patto segreto Monti-Merkel?
Francesco Angelini
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