Crolla il peso dei partiti al centro come in periferia, dove però quello delle persone può fare e comincia a fare la differenza.
Arriva da Erba una delle poche buone notizie della giornata per il Pdl. Di fronte al risultato imbarazzante di Como, all’esclusione dal ballottaggio di Cantù, sotto la chiesa di Sant’Eufemia il sindaco uscente Marcella Tili ha sfiorato la rielezione al primo turno. Non è il girone di consolazione, per il Pdl, anche perché rispetto a cinque anni fa la flessione è di un buon quindici per cento. Sufficiente per una salutare riflessione, ma quantomeno ai dirigenti locali non verrà voglia di attaccarsi alla bottiglia come potrebbero fare i loro colleghi degli altri due capoluoghi.
La Tili al ballottaggio se la vedrà con Michele Spagnuolo del Pd. Il suo 33 per cento è un risultato di tutto rispetto, che lascia la speranza di un ribaltone al secondo turno. Ed è proprio dalla bontà dell’offerta elettorale degli avversari della Tili che i dirigenti del suo partito dovrebbero partire per una rifondazione di ampio respiro.
A Erba correvano quattro brave persone, pulite e competenti. Tra loro il sindaco uscente, una "forza tranquilla" che è riuscita ad arginare da sola lo tsunami che in gran parte del paese ha travolto gli altri candidati azzurri. Una signora di una certa età che non porta tacchi a spillo, non si gonfia le labbra con il silicone e non fa l’igienista dentale ma la farmacista. Cioè si guadagna da vivere onestamente e dedica il suo tempo libero alla città con tanta passione e pochi cedimenti alla politica intesa come occupazione militare delle istituzioni da parte di incompetenti raccomandati.
Prima che gente come la Tili decida di correre da sola e abbandonare il partito alle bande organizzate che bramano per potere e ambizione fini a se stessi, ciò che resta del Pdl farebbe bene a valorizzarla come si deve.
Fatte le debite proporzioni, anche il risultato di Nicola Molteni a Cantù ha il sapore di una risalita controcorrente, anche se qui lo scarto rispetto a chi lo sfiderà al ballottaggio è ben diverso che a Erba. Vista da lontano, ricordando i risultati delle ultime politiche e delle ultime regionali, anche il dato della Lega canturina fa impressione, tanto più che il partito governava la città, la seconda della nostra provincia.
Ma certo se è riuscita ad arrivare prima al ballottaggio nonostante i diamanti in Tanzania e le lauree in Albania, qualche merito deve pur andare al candidato. Anche perché, tanto a Como che a Erba, i lumbard presentavano persone moderate e preparate, ben diverse da tanti pasdaran che fanno folclore vietando macellerie islamiche e dai non pochi raccomandati del cosiddetto cerchio magico. Eppure a Erba e Como, per i lumbard, i risultati non sono soddisfacenti. Si vede che Molteni ha fatto la differenza, facendo di Cantù una delle poche città comasche in cui la Lega può giocarsi la poltrona di sindaco.
Mario Cavallanti