La busta paga, falcidiata da inflazione e rincari, si appesantisce di servizi integrativi, almeno là dove le aziende possono permettersi di ragionare sui premi di risultato. Il tentativo è quello di dare una risposta ai bisogni emergenti tra i lavoratori individuando una forma di welfare integrativo a quello dello Stato che va comunque difeso e rafforzato.
La partita si gioca sul campo della contrattazione di secondo livello dove finora, a parte qualche eccezione come l'Artsana o la Bolton, a fronte di miglioramenti della produttività e dell'efficienza, la contropartita è stata esclusivamente di tipo economico con il rischio per i lavoratori di vedersi dimezzato l'aumento in busta paga per effetto del cuneo fiscale.
Apripista del welfare sussidiario è stata nel 2009 Luxottica, la multinazionale dell'occhiale con sede ad Agordo. La proprietà nel pieno della crisi, che ha intaccato il potere d'acquisto delle famiglie con su un reddito di 1200 euro mensili, si è posta il problema di preservare le professionalità che hanno contribuito a decretarne il successo. L'azienda ha allora deciso di integrare il salario con una serie di benefici non monetari. Libri di testo per i figli dei dipendenti, borse di studio, asilo nido e un bonus spesa mensile da 110 euro. Operazione consentita dall'articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi che prevede la detassazione per beni e servizi fino a 258 euro.
La sfida oggi è replicare il modello anche nelle aziende di medie e piccole dimensioni che sono poi il novanta per cento del tessuto produttivo comasco. Perché se è vero che per le multinazionali è più facile sostenere il costo di operazioni innovative come queste, per chi ha pochi dipendenti può essere un problema.
Una possibile soluzione è quella di creare forme consortili di welfare, per non escludere nessuno. Sostenere il potere d'acquisto dei lavoratori in tempo di crisi è dimostrato che aumenta la produttività e stimola l'economia di tutto il contesto.
Giacomo Castiglioni nel suo piccolo ci sta provando. Sul territorio altri imprenditori illuminati stanno mettendo in campo inziative analoghe coinvolgendo, è quasto non è un dettaglio secondodario, anche il mondo del no profit. Confindustria Como e sindacati da mesi stanno lavorando ad un progetto che metta in rete le esperienze per la costruzione di un modello innovativo a livello nazionale. Camera di commercio e Fondazione Cariplo hanno finanziato la ricerca preliminare.
Ma su quali benefit puntare? È il territorio che deve suggerire le necessità, spiegano gli esperti. Per questo occorre un'analisi preventiva dei servizi che già ci sono coperti dal pubblico individuando eventuali vuoti. Con i chiari di luna di questi tempi, non ci si può permetetre edi sprecare neppure un euro.
Il tutto va poi incrociato con le esigenze che arrivano dai lavoratori che possono essere diverse da azienda ad azienda. Se, ad esempio, in una c'è una forte percentuale femminile, certamente i contributi per la cura dei figli piccoli o per i servizi di assistenza agli anziani - due compiti che in genere ricadono sulle donne - saranno quelli più richiesti. Benefit che valgono oro, c'è da scommere.
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