E' inutile ribadire la condanna per quanto accaduto a Brindisi, in un sabato come tutti gli altri, con gli studenti che già sentono vicina la fine della scuola e l'aria delle vacanze, almeno per quelli che non avranno gli esami da sostenere. Proprio questo aspetto, che non viene ricordato, aggiunge crudeltà al già crudele atto di scegliere di far saltare in aria giovani vite innocenti e inermi che aspettavano di compiere nient'altro che il loro dovere. La bomba colpisce la normalità più assoluta. Dimostra come ad essere inquietante sia questa violenza gratuita in tutti i sensi che non ha più rispetto di nessuno, anzi va a colpire là dove sa che il clamore è maggiore, perché al centro ci sono i ragazzi, coloro ai quali è affidato il nostro futuro e il futuro di questa nostra povera patria che sembra non riuscire più a risollevarsi e viaggia verso una deriva finale.
Il ritorno del terrorismo o di atti e modalità che sono preparate seguendo gli stilemi propri del terrorismo (totale assenza di tabù morali, gratuità dell'azione, esibizionismo con visibilità alle stelle per questo orrendo crimine) diventa un allarme per gli effetti a catena che potrebbe provocare. La matrice mafiosa non è certa, anche a detta degli inquirenti e la mancanza di una rivendicazione è un altro elemento di grande preoccupazione per la deflagrazione che ha sconvolto Brindisi, l'Italia intera e ha lasciato sangue innocente sull'asfalto. Questa violenza è ancor più brutale di quella che premeva i grilletti negli anni Settanta, che ha motivato il terrorismo islamico. Là era chiaro chi era il nemico della legalità, anche se si giustificava dietro ragioni ideologiche o religiose. Il male aveva un volto, le sue ragioni esecrabili e terribili e quel male si poteva affrontare o estirpare. Qui siamo alla più terribile delle constatazioni, quella di un male invisibile, cieco e senza volto, un male che colpisce, non a caso, ma senza manifestare le sue ragioni, per aumentare la tensione, la paura, l'insicurezza collettiva e personale. Non è pensabile infatti una vita dove ogni giorno potrebbe essere un giorno di guerra insensata.
Lo strazio per la morte di Melissa e per le molte altre ragazze rimaste ferite gravemente diventa ancora più acuto se ci si pone una domanda, per ora senza risposta: "Perché una ragazza ha dovuto rinunciare, senza nessuna ragione, alla propria giovane vita?".
Fulvio Panzeri
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