Il ballottaggio ha riservato la sorpresa più grossa nella città del mobile, di nome e di fatto, laddove quindici giorni fa sembrava che la Lega avesse costruito il suo ultimo fortino, al riparo dai colpi di mortaio sparati dalla Tanzania e dall'Albania. Invece la delusione più bruciante per il Carroccio è arrivata proprio da Cantù, da uno dei rari luoghi della Padania intera (Verona esclusa) in cui la Lega poteva ancora permettersi di parlare da padrona in casa sua, in cui il tempo sembrava non essere passato, in cui la famosa Lega 2.0 non era soltanto uno slogan ma pareva quasi cosa vera. Quasi.
A oscurare il nuovo sole è arrivato Claudio Bizzozero. Non una nube passeggera, ma un fronte consistente, che da dieci anni sperava di arrivare dov'è arrivato ieri e che ci è riuscito nel momento in cui sembrava avere perso ogni speranza. Ora correrà il rischio di passare per antipolitica, per grillino, quando le origini di Lavori in Corso sono state più politiche che politiche non si può. Certo, anche Bizzozero ha corretto il tiro, cammin facendo, imbarcando persone di varie estrazioni e convinzioni pur di erodere la base leghista, e avvicinandosi a quei partiti sin qui evitati come la peste. Se avesse pure evitato di mandarli a quel paese, i partiti, forse sarebbe già stato sindaco nel 2007, ma questo è un altro discorso.
E' altrettanto vero che la vittoria di Bizzozero è stata favorita da altri fattori. Il calo dei votanti, sceso per la prima volta sotto il 50 per cento, la repentina dipartita di un Pdl talmente livido di rabbia da appoggiare l'ex avversario piuttosto dell'ex alleato e un vento che soffiava a favore. Contro tutto questo Nicola Molteni nulla ha potuto: ha salvato la baracca al primo round grazie alle indubbie doti e qualità personali, ma ha pagato lo scotto di una squadra nuova a parole e della greve eredità degli ultimi anni di amministrazione.
Quello che non è riuscito a Molteni è riuscito a Marcella Tili a Erba, più forte del vento avverso che ha abbattuto il Pdl a Como e Cantù, più forte dell'avversità di parte della Lega, favorita dai pozzoliani e dai tanti erbesi rimasti a casa. Il Mugello del centrodestra sì spostato e ristretto, da Como a Erba, e da Erba deve cercare di ripartire, meditando sui tanti errori commessi altrove.
L'importante, adesso, è governare. La Tili lo ha già fatto e si trova davanti una strada più agevole. Il vero banco di prova è Cantù: una volta esaurita la legittima euforia per la vittoria, Bizzozero dovrà misurarsi con la dura realtà, sperimentare sul campo il sistema di partecipazione e di confronto che ha fatto la sua fortuna.. Una sfida affascinante ma maledettamente difficile. Buona fortuna.
Mauro Butti
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