Impossibile anche per le 242mila famiglie comasche alle quali tocca la stessa sorte. Appese a un milione di comunicazioni, bollettini, moduli che hanno tutti lo stesso messaggio: paga. La richiesta è perentoria, non si accettano scuse e soprattutto bisogna pagare in fretta. C'è l'Imu, l'F24, i rinnovi per le esenzioni dal ticket sanitario, in più vanno saldati gli ultimi "debiti" con la scuola, gite e a breve libri delle vacanze. È tutto più o meno un pagare a bocconi, ma tanti bocconi tutti insieme fanno un'enorme pagnotta che sparisce dalla tavola. Non è facile per nessuno; Monti dice che dobbiamo imparare dalla Germania ad essere disciplinati, ma è un po' difficile se chi detta la disciplina è, diciamo disordinato. Il mare sopra il quale sono appese le famiglie è profondo e sempre in tempesta. C'è una gran confusione di onde, spruzzi e riccioli di schiuma che si attorcigliano su se stessi e sui moduli da compilare e pagare. Non è un caso se anche nei corridoi dei centri commerciali sono apparsi i tavolini dei centri di assistenza fiscale.
Serve fare gruppo, nel senso che le famiglie oggi hanno bisogno di sentirsi supportate da azioni concrete come moduli magari più chiari e semplici e pagamenti dilazionati, perché i genitori e i nonni il loro tempo lo devono dare più ai figli che alla burocrazia. Ancora una volta le famiglie faranno gruppo da sole, cioè tra di loro, aiutandosi tra persone che si capiscono. Già lo fanno passandosi i vestiti ancora buoni dei figli, facendo la spesa all'ingrosso, il car pooling con le mamme turniste al volante per non sprecare benzina, che costa.
Ma anche questo è un gran parlare di niente? Genitori, nonni e zii diranno di sì. Perché l'azione, spesso solidale, non ha bisogno di essere tanto raccontata. Va agita e sempre al meglio. Chi dei componenti delle famiglie può star qui a leggere? Non c'è tempo perché quello che avanza se lo prendono le noie del milione di lettere in arrivo, che poi vuol dire milione di inviti a pagare.
Comunque, per arrivare a una conclusione, ciò che salta all'occhio è che, alla vigilia del raduno internazionale delle famiglie a Milano, in cui ci sarà il Papa, le famiglie non hanno grandi riferimenti, se non loro stesse. E, soprattutto, per usare un termine di moda, molte di esse hanno come bussola la capacità di applicare la resilienza, cioè l'abilità di adattarsi alle condizioni avverse e di resistere per continuare a garantire la propria sopravvivenza, benché in continua messa alla prova.
Le famiglie hanno capito perfettamente la lezione di Tolstoj: salta o sparo! Per tornare al bambino del racconto, il papà per salvarlo da morte certa gli intimò, puntandogli il fucile: salta o sparo! Il bambino saltò in mare dove lo recuperarono i marinai che subito si erano tuffati in acqua. Il bambino fu salvo, e aveva imparato una lezione. Il papà, nascosto in angolo scoppiò in lacrime. Nel Comasco ci sono un milione di lettere alla "salta o sparo!" solo che per ora pare che le famiglie non abbiano il sostegno né di un papà saggio e coraggioso, né di marinai pronti a ripescarle. Arriveranno. Per ora le famiglie fanno da sole camminando su un filo sopra il mare.
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