Da quando ci siamo piccati, per necessità più che per virtù vista la lunga stagione grama del settore manifatturiero, di scoprire una vocazione economica tagliata sul turismo ne sono successe di ogni.
A partire dalla madre di tutte le scelleratezze (che barba, che noia...). Sì, certo che è lui, il cantiere infinito e immobile sul lungolago.
Sarà mica anche la madre che ha partorito quella fuoriuscita di, per così dire, materiale fognario che ha alluvionato quello che una volta si chiamava salotto buono di Como? Il dubbio è lecito. Perché da quando si è cominciato a molestare il lago oltre che oscurarlo, da quelle parti è accaduto di tutti. Ai tecnici comunali l'ardua sentenza. Ammesso che arrivi.
Ammesso anche che arrivino ancora pure gli eroici turisti che ancora insistono a visitare Como: comitive pare guidate dal marchese De Sade e da Leopold von Sacher-Masoch, da cui deriva il termine che identifica il piacere di farsi del male.
A proposito di Sacher (la torta, però), continuiamo così facciamoci del male, diceva Nanni Moretti. Sembra lo slogan della Como turistica. Piccolo esempio di visita guidata. «Alla vostra sinistra potete ammirare la più celebre piazza di Como, dedicata al principale statista italiano (dopo Berlusconi ovviamente). Consigliamo di non percorrerla e di turarvi comunque il naso anche se non avete mai votato Dc perché è invasa da liquami fogna. Alla vostra destra non vedete il lago. Perché da quattro anni ci sono le palizzate che proteggono un cantiere che dovrebbe realizzare delle paratie per difendere la città da esondazioni che non arrivano mai. Se avete letto "Il deserto dei Tartari" di Buzzati potete capire meglio". Come dice fraulein? Perché non le hanno fatto per difendere la piazza dalla m...? È un discorso lungo».
«Comunque andiamo avanti nella visita della zona a lago. Se siete stanchi potete sedervi un attimo su quei comodi jersey che ci sono in viale Geno. Magari proprio comodi... beh. Meglio proseguire. Più avanti ci sarebbero i giardini a lago, ma non è un bello spettacolo. Abbiamo anche una diga foranea. Anzi, l'avevamo finché un battello non l'ha centrata. Perché a Como, oltre al resto, la fortuna è cieca eccetera».
«Eccoci sulla passeggiata che porta a Villa Olmo. La fece costruire un sindaco della Prima Repubblica, per fortuna. Altrimenti oggi ci sarebbero dei condomini voluti dai sindaci della Seconda. Purtroppo la passeggiata è in riparazione e non è sempre aperta. Fine della visita e arrivederci alla prossima volta».
Magari non è vero. Purtroppo è molto verosimile. Con la stagione turistica ormai partita, sarebbe opportuno mettere quantomeno qualche toppa.
A meno che Como non intenda puntare sul turismo dell'orrore.
Il rischio però è di ritrovarsi a «Porta a Porta» con il professor Crepet che fa l'esegesi del profilo criminale del comasco medio citando il Lombroso e Bruno Vespa che estrae il plastico di piazza Cavour con il dettaglio dei liquami.
Francesco Angelini
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