In compenso Carioni ha trovato il modo di apparire pressoché in tutti i telegiornali italiani durante i servizi dedicati a Umberto Bossi quando il leader leghista era ancora in auge. Nel gruppo degli astanti che circondavano il Senatur, quelli del cerchio magico per intenderci, il presidente dell'amministrazione provinciale di Como non mancava mai, Come Rosy Mauro che reggeva il braccio del capo acciaccato.
Nonostante questo curriculum da esponente politico più che da rappresentante istituzionale, Carioni è stato nominato commissario dell'amministrazione provinciale ridimensionata dal governo Monti. In pratica incasserà la buona uscita senza lasciare il suo ufficio in Borgo Vico.
Basterebbe questo paradosso per tirare giù la saracinesca del paese e consegnare le chiavi a frau Merkel. Non è certo per responsabilità di Carioni se questo governo continua a usare la lesina con i cittadini e il guanto di velluto con la Casta.
Che senso ha, infatti, mantenere la buonuscita ai presidenti degli enti che si intendono rottamare se non quello di lisciare il pelo alla politica e mantenere i suoi privilegi?
Almeno si facessero dei distinguo. Si andasse a ficcare un po' il naso nell'attività di questi presidenti delle Province. Cos'hanno fatto di buono per meritarsi le prebende? In fondo sono manager pubblici, le loro buonuscita dovrebbero dipendere dal rendimento come succede per i dirigenti privati.
Nel caso di Carioni si potrebbe andare a vedere cosa ha fatto per evitare gli sprechi che di questi tempi sono un peccato molto più che veniale.
Tra gli sprechi, è notizia di questi giorni, rientra senz'altro il patrimonio pubblico inutilizzato dagli enti locali, invitati dal governo a liberarsene come unica soluzione per farli fruttare. Scene da un patrimonio buttato via.
L'amministrazione provinciale guidata dall'esponente leghista, in questo senso, non è certo un modello virtuoso. Basta citare l'esempio di villa Porro Lambertenghi a Cassina Rizzardi, da anni abbandonata a se stessa. Ma anche le stessi sedi istituzionali della Provincia, villa Saporiti e villa Gallia da tempo sotto utilizzate. Ci sarebbe anche l'immobile di fronte alle due dimore, che ospitava la caserma dei carabinieri ora trasferita nell'ex distretto militare.
Migliaia di metri quadri che avrebbero potuto rendere una fortuna e invece sono stati lasciati lì.
Anziché tirare le orecchie a quegli amministratori pubblici che, con la loro inazione, hanno contribuito a uno sperpero che negli anni è andato a ingrossare quel debito pubblico che è la causa principali dei mali dell'Italia che pesano e peseranno su più generazioni, lo Stato li premia con generose buonuscite.
Finché non muterà questo andazzo, hai voglia fare manovre, decreti salva Italia, norme per lo sviluppo.
Se non si bonifica la palude della politica sarà dura uscire dalle sabbie mobili che stanno inghiottendo poco alla volta il nostro illusorio benessere.
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