Questo però non basta a giustificare l'atteggiamento dei principali partiti di maggioranza di fronte al provvedimento licenziato non senza mal di pancia dall'ultimo Consiglio dei ministri.
Più che partiti, PdL e Pd sembrano due allevamenti di struzzi. Il primo, attraverso il suo leader Angelino Rockfeller (inteso come il corvo ventriloquio e non come il milionario), Alfano ha storto la bocca: «Ottanta miliardi? Ma ce n'è solo uno».
Il secondo ha accolto l'iniziativa del governo con una serie di distinguo, puntualizzazioni e matasse di lana caprina. D'accordo che quelli del Pd adottano distinguo e puntualizzazioni anche quando devono scegliere la cravatta da mettersi. Chiaro che agli esponenti del PdL sostenere Monti fa lo stesso effetto di correre la maratona con le scarpette più piccole di due numeri.
Ma anche queste non sono giustificazioni sufficiente per le reazioni davanti a un tentativo di porre rimedio a una situazione disastrosa determinata da coloro che hanno governato l'Italia nei vent'anni precedenti l'arrivo dei tecnici.
Perché in un paese dalla memoria corta si fa presto a dimenticare che la situazione in cui si trova a operare Monti esisteva ben prima che l'ex rettore della Bocconi venisse chiamato da Napolitano a svolgere la sua mission impossible.
Tutti allora facevano finta di niente. Il premier Berlusconi ci rimpinzava di frottole come quella sui ristoranti pieni. Il leader del Pd, Bersani, ripeteva come un disco rotto che tutto si sarebbe risolto sfrattando il Cavaliere da palazzo Chigi.
Ora che finalmente gli italiani, nei ristoranti e non, sono arrivati alla frutta e l'organizzatore delle cene eleganti ad Arcore ha fatto le valigie, cosa vogliono ancora questi partiti? Se Casini esagera nel senso opposto (per lui anche l'abbottonatura del loden di Monti è decisiva per la crescita del paese, tanto poi si farà un conto unico, pensa il leader Udc), cui prodest (che non è il contrario di cui berlusconest) questo fuoco amico diretto contro il governo.
Forse i partiti pensano che così facendo si salveranno l'anima. Ma è la prova di come non esista più la ben che minima sintonia tra loro e il paese.
Almeno guardino i sondaggi. L'unico che si sta giovando dell'atteggiamento da struzzi della maggioranza e dell'arida demagogia di un'opposizione che ha perso la bussola della realtà, è solo il partito di Beppe Grillo, lanciato verso il primato di voti. Pensate quanto ha penato Bossi per portare la Lega (nei tempi d'oro) al 10%. All'ex comico per superare il venti è bastato accendere il computer. Grazie agli struzzi.
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