La grafia ordinata e solo un po' incerta entra nel coro dei cartellini con i nomi degli inquilini: qualche vecchia plastichetta Dymo con un cognome comasco, ritagli di biglietti da visita di antiquato decoro, molti cognomi stranieri scritti a penna su carta. Quel tentativo della signora (anziana? sola? e perché non ha usato il gas?) di comunicare, gentilmente, con un essere umano che possa leggere il suo biglietto, richiama alla mente, di colpo, un intero vocabolario della contemporaneità.
Il Web, su cui la signora Maria avrà di sicuro pronti i suoi account e le sue password, il customer care lesto a offrire ogni delizia, la smart city delle meraviglie, anticipata in campagna elettorale e ora imminente …
Ma - immagino - quella signora non ha un tablet né uno smartphone su cui consultare la sua bolletta. Si limita a subire le invadenti telefonate di affannati e affamati ragazzi dei call center.
Vorrebbe non essere ostaggio di un traffico arrogante che la imprigiona intorno al suo isolato. Le farebbe piacere avere qualcuno che le spieghi cosa c'è scritto nelle lettere che le spedisce un ruvido e assente amministratore di condominio. Avrebbe bisogno di capire, con semplicità, con gentilezza, appunto, come difendere e spendere bene il suo denaro.
Come ne avrebbero bisogno le giovani coppie di ventenni e trentenni postadolescenti irrisolti che non sanno fare la spesa, i neoitaliani e i pessimi ex studenti che non sanno leggere né scrivere, i pensionati storditi al gratta-e-vinci.
Basta passeggiare per una delle città, un tempo mattoni fondamentali della società italiana, per incontrare nei volti l'elemento di angoscia che ormai le popola.
Se in grandi città straniere l'elemento che si coglie è l'inclusione in una mescolanza unica di persone diverse; se in piccole città svizzere o europee l'elemento è quello dell'omogeneità del vivere in luoghi riconoscibili che danno un'identità; nelle nostre città l'elemento è quello dell'esclusione da una contemporaneità incompresa e temuta.
Può assumere la forma sguaiata del vociare dei giovani che cercano di dichiararsi esistenti quando non lo sono oppure sfumare nel sussurro un po' timido degli anziani; o diventare la giaculatoria dei decaloghi urlacchiati contro questo e contro quello, le spiritosate squallide dei "mandiamoli a casa tutti".
Sussurri e grida contro la contemporaneità, di esseri umani che spesso, senza saperlo, cercano soltanto altri esseri umani con cui comunicare.
È questa la smart city di cui hanno bisogno.
Come tutti noi, del resto.
Giuseppe Battarino
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