Non vi sembri che esageriamo, forse un po' è vero, ma quando ci vuole, ci vuole. Perché la partita di Pirlo e compagni è stata la metafora di una sfida ben più importante e ben più complicata. Quella che il nostro Paese sta vivendo per riconquistare il posto che gli spetta nell'Europa dei popoli e per uscire da una crisi che sembra non aver fine. Adesso tutti sanno un po' di più che l'Italia c'è. E che non ha conquistato il campo con la melina, lanci lunghi alla "viva il parroco", ma facendo possesso palla, geometrie, accelerazioni. Occupando il campo e togliendo respiro agli avversari.
Il nostro è un Paese che non muore mai, che possiede energie e capacità, coraggio e fantasia. Tutte doti necessarie per non farsi piegare dalle difficoltà e dalle presunzioni altrui. Quando Pirlo ha tirato quel cucchiaio un intero Paese si è riconosciuto in un gesto, certo un po' irriverente, sfacciato, ma che ha dato coraggio a tutti gli altri. Il coraggio di buttarsi oltre l'ostacolo e portare a casa il risultato.
Forse, in qualche modo, la notte magica di Kiev, ci ha parlato anche del nostro futuro. Se l'Italia ha una chanche di uscire dal guado della crisi, è solo giocando un ruolo da leader in Europa, forti della propria storia, dettando e non facendosi dettare le regole. Sedendosi al tavolo delle trattative, senza complessi di inferiorità nei confronti di Paesi che da troppi anni ci giudicano meno di ciò che in realtà siamo. L'orgoglio, la fantasia, le capacità e il coraggio, possono farci vincere sfide che sembrano impossibili. Quanti alla vigilia della sfida con l'Inghilterra, avrebbero scommesso su una vittoria così bella e così meritata?
E poi, diciamolo chiaro. L'Italia è molto di più dei politici che continuano a rappresentarla. Mentre leader e mezzi leader si sfidano a parole, c'è un Paese che resiste. C'è un Paese che costruisce ogni giorno un pezzetto di storia. Anche dentro le difficoltà più evidenti, come il terremoto che ha colpito l'Emilia, non ci si perde d'animo. Si mettono in gioco la fantasia e il coraggio, e si va avanti. Giorno dopo giorno si costruiscono pezzi di futuro.
Adesso ci aspetta solo di infliggere alla Germania la solita sconfitta, continuando a sfornare bel gioco e coraggio. Non era modesta la squadra come sostenevano i soliti critici. E non è modesto il Paese che questa squadra rappresenta. Giovedì sera giochiamocela, senza rivalse nazionalistiche, semplicemente consapevoli del nostro valore. Consapevoli un po' di più che possiamo farcela anche fuori da un campo di calcio. Magari tirando un bel cucchiaio alla Merkel.
Massimo Romanò
© RIPRODUZIONE RISERVATA