Posso mettere in giardino una casetta di legno per gli attrezzi senza chiedere permessi? Devo ridipingere i balconi, ma vorrei cambiare colore, mi deve autorizzare il Comune oppure no? Un amico mi ha regalato un gazebo per la mia terrazza: posso usarlo subito o devo passare prima dall’Ufficio tecnico comunale?
Di domande come queste sono pieni i forum su Internet dedicati ai lavori in casa. E le risposte, molto spesso, sono tutt’altro che concordi: chi dice che in giardino, senza autorizzazione, ci puoi mettere solo i fiori e chi dice che non la devi chiedere se la casetta poggia direttamente sul terreno senza base di cemento; e alla fine arriva il "secchione" che cita la legge (Testo unico dell’edilizia del 2001): "Art. 6 - Salvo più restrittive disposizioni previste dalla disciplina regionale e dagli strumenti urbanistici, i seguenti interventi possono essere eseguiti senza titolo abilitativo...". Insomma, alla fine neanche la legge chiarisce un bel nulla, ma prima di montare il gazebo sulla terrazza dovreste consultare quantomeno il Regolamento edilizio comunale o, in alternativa, un geometra o un avvocato che lo facciano per voi.
Questa premessa per dire che dietro i 2.122 immobili fantasma scovati dall’Agenzia del territorio nel Comasco, non necessariamente si debbano celare malfattori dediti a inventare stratagemmi per frodare il Fisco, ma ci saranno pure molti onesti cittadini rimasti imbrigliati nella foresta della legislazione italiana che, al contrario di quella amazzonica, si infittisce ogni anno di più. Tuttavia, scorrendo l’elenco che comprende casi macroscopici come i 5 magazzini da 115 metri quadri con annessa tettoia di via Claudio Marcello, o l’abitazione di 11 vani di via Sant’Antonino, o ancora un negozio da 145 metri quadri più ufficio in viale Varese, sembra di sentir risuonare il monito lanciato appena tre giorni fa dal comandante delle Fiamme gialle di Como, colonnello Marco Pelliccia: «Questa è una patologia - ha detto a proposito dell’evasione che, solo nella nostra provincia, nasconde all’erario 3mila euro al minuto - e la guardia di finanza la combatte, in nome e per conto delle famiglie che soffrono e delle imprese che chiudono».
Ora chi ha ricevuto gli avvisi di accertamento ha 60 giorni per fare ricorso alla commissione tributaria. La macchina burocratica è partita: speriamo che per una volta arrivi al traguardo spremendo solo i disonesti e che contribuisca a portare un po’ di equità sociale in più, e qualche soldo nelle casse del Paese. La speranza è legittima, ma il timore che gli abusivisti di professione la facciano franca è ancora forte. Troppo fresca, per noi comaschi, la lezione di Gian Antonio Stella al Sociale sugli scempi perpetrati al paesaggio italiano: ricordate Triscina di Selinunte, la frazione fatta di 5mila unità immobiliari tutte abusive, a due passi dai templi di Apollo ed Era? E il candidato sindaco del Pd che fece campagna elettorale promettendo di aver trovato "il cavillo" per salvarle dalla demolizione?
Leggi più semplici, meno interpretabili, e possibilmente uguali in tutto lo Stivale, sono fondamentali anche in tema di edilizia. Il cittadino di Rapallo che on line lamenta di aver dovuto demolire la casetta degli attrezzi di 4 metri quadri, a seguito di un accertamento sollecitato dal vicino, deve essere sicuro di essere stato giudicato con gli stessi criteri del senatore Dell’Utri e della casa sull’albero di due piani cresciuta nel parco della sua (nel frattempo ceduta a Berlusconi) villa di Torno. E che se quest’ultima è ancora in piedi, a tre anni dalla prima contestazione, è perché lo merita e non per essere stata difesa da un esercito di avvocati.
Pietro Berra