In passato veniva almeno salvata l'estetica, oggi neppure quella. I pochi metri di litorale che non sono stati mangiati dalle ville edificate nei secoli scorsi, sono ora messi a repentaglio da iniziative più o meno estemporanee, di cui si fatica a capire il senso. L'ultima è l'"inchino" dell'Orione, fotografato da un lettore e pubblicato martedì sulla prima pagina de "La Provincia". Perché mai una motonave di 350 tonnellate
dovrebbe passare nel canale tra l'isola Comacina e la riva di Spurano? La risposta l'ha data il direttore della Navigazione Franze Piunti: «I battelli di linea passano sempre all'esterno, ma eccezionalmente per i noleggi speciali le motonavi hanno facoltà di navigare anche all'interno». Insomma, se il cliente paga - e anche bene, ché noleggiare l'Orione non è come affittare un pedalò - improvvisamente ci si ricorda che «ai natanti del servizio pubblico è consentito l'accesso alla Zoca de l'Oli nel rispetto delle regole di prudenza e velocità», come ha detto lo stesso Piunti. Allora spieghi anche come mai i battelli evitino accuratamente il canale quando davvero svolgono servizio pubblico e invece lo facciano solo se li affitta un privato.
Viene spontaneo il paragone con l'"inchino" della Costa Concordia all'isola del Giglio, fresco nella memoria del lettore che ci ha mandato la foto dell'Orione nella Zoca de l'Oli e di quelli che, vedendola sulla prima pagina del nostro giornale, hanno subito pensato al comandante Schettino. Ma in questa scarsa attenzione per la bellezza del paesaggio lariano, e nella disponibilità a "venderlo" al miglior offerente, c'è qualcosa di più profondo.
È dall'alba di questo terzo millennio che sul lago di Como si assiste a perversi tentativi di violarne l'immagine e la storia. E non sempre la reazione dei cittadini, che ancora amano il loro territorio, è riuscita a sventarli. Il caso del muro costruito e poi abbattuto davanti al primo bacino è il più clamoroso, ma non l'unico. Nel 2000 l'Isola Comacina fu addirittura inserita tra i beni demaniali da alienare. Solo un ricorso della Fondazione omonima, sostenuta dalla Provincia e dall'Accademia di Brera, indusse il ministro Melandri a ripensarci, riconoscendo il «rilevante interesse archeologico e architettonico» del luogo, oltre al fatto che «vendendola si verrebbe meno all'impegno assunto dall'Italia al momento della donazione da parte del Re del Belgio», avvenuta nel 1920.
Ora sarebbe il caso di tutelare di più anche il canale tra l'isola e il lido di Ossuccio, che peraltro è uno dei pochi liberi e davvero fruibili del Centro Lago. Anche quando non passa l'Orione, la tradizionale traversata a nuoto è diventata pericolosissima. Il rischio di essere arrotati da qualche motoscafo è alto. Quanti rispettano davvero il limite di 10 chilometri all'ora imposto dal Comune? E chi si prende la briga di farlo rispettare?
Adesso che la depurazione delle acqua comincia a dare frutti e la linea della balneabilità si sta lentamente riavvicinando al capoluogo, piange il cuore anche per un'altra spiaggetta, quella alla foce del Garrovo, che ha visto generazioni di cernobbiesi fare il bagno e che è stata rimossa nel 2005, "per ragioni igieniche", dal sindaco Simona Saladini. Pare desse fastidio agli ospiti di Villa d'Este. Un po' come quella di Soldino, incastonata tra due delle quattro ville di Clooney, che tentò di acquisirne una parte, salvo poi rinunciarvi in seguito alle polemiche. Ecco, se in questi giorni di solleone vi viene voglia di fare un bagno nel lago, andate lì.
Pietro Berra
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