Il rilancio della politica, pertanto, non significa altro che riaffermazione del primato della legalità. La globalizzazione è un processo che può essere governato a condizione che il Diritto si riappropri della sua naturale vocazione a dettare le regole del gioco. I mali del capitalismo finanziario risiedono esattamente nella sua innata propensione a rifiutare le regole in nome della sacralità del mercato. Da questo nasce quella che Bauman definisce "la solitudine del cittadino globale", di un cittadino sempre più spaventato da un mondo governato da processi economici di cui egli non è in grado di comprendere né le origini né le dinamiche.
Se è vero che indietro non si può più tornare, è altrettanto vero che si può (e si deve!) trovare la forza di creare un diritto sovranazionale in grado di determinare principi comuni volti a governare gli "animal spirits" di un capitalismo storicamente refrattario alle regole che conserva la poderosa capacità di creare ricchezza senza, tuttavia, distribuirla equamente. Questo è lo scopo precipuo della democrazia, a questo serve la politica che non può limitarsi a svolgere un ruolo subalterno all'economia, come è stato finora. Questo dovrebbe essere il principio su cui l'Europa dovrebbe fondare la propria dialettica con gli altri Stati. Risulta fin troppo chiaro, ormai, che la recessione non potrà mai essere battuta per via omeopatica, come pensa la Bce, attraverso, cioè, l'adozione di politiche restrittive che impoveriscono ulteriormente il cittadino.
Occorre uscire dalla logica "economicistica" di ritenere che il benessere dei popoli possa dipendere dall'andamento dello spread che, salendo, fa aumentare in un solo colpo il debito di uno stato e la massa dei disoccupati. Ridare lo scettro alla politica significa, per esempio, restituire al sistema bancario il ruolo naturale di supporto delle imprese, imponendo di fornire un aiuto alla produzione. Ridare alla politica la sua centralità, rinunciando ad essere semplice ancella dell'economia, significa dire chiaro alla Bce che occorre restituire alla democrazia il potere di decidere le sorti del cittadino. In caso contrario, la democrazia è un guscio vuoto nel quale perfino le elezioni sono un' inutile liturgia.
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