Como non ha mai neppure vagamente avuto l'aspetto di una delle città immortalate nelle canzoni di Woody Guthrie, il "poeta dei poveri", cantautore folk statunitense che ha ispirato generazioni di stelle della musica e di sapienti penne della letteratura. Anzi, per dirla tutta Woody Guthrie sicuramente non sapeva neppure dove fosse Como. E ben pochi comaschi sanno chi lui sia.
Eppure proprio nei giorni in cui il cantautore Usa avrebbe compiuto cent'anni - fosse ancora vivo - la nostra città sembra aver iniziato una lenta metamorfosi. La ricca roccaforte di confine si sta lentamente trasformando, proprio come potrebbe accadere a una nobile decaduta. E la città delle industrie tessile, dei grandi risparmi, dei capitali al sicuro in banca sta - neppure troppo lentamente - cambiando veste.
A raccontarlo non sono le sensazioni, ma i numeri dell'Istat. Da cui emerge una Como nella quale vivono duemila famiglie ridotte in povertà. E dove una famiglia su due è costretta spesso a fare i salti mortali per far quadrare i conti alla fine del mese. Ecco che all'improvviso l'orizzonte in riva al lago cambia. Al punto che le sonorità del "poeta dei poveri" non sembrano più così lontane e fuori luogo.
Woody Guthrie cantava le fatiche degli emarginati, denunciava la rapacità di certa finanza. I suoi eroi avevano il volto di Tom Joad, il quale - proprio come accade in tante realtà di volontariato a Como - sognava che tutte le persone potessero sentirsi parte di una sola grande anima. Senza differenze sociali. Tutti con le stesse opportunità. Sogno infranto. Perché la crisi economica, se ci aveva già rubato il futuro, ora ci scippa pure il presente.
Così tante famiglie ridotte a vivere sotto la soglia di povertà, Como non le aveva mai viste. Così tante persone in coda alle mense dei poveri, la nostra città non le aveva mai contate. La lenta e inesorabile scomparsa della classe media, risucchiata verso il basso, non era neppure ipotizzabile fino a pochi anni fa a queste latitudini. Eppure è quello che sta accadendo. Con un'aggravante: al contrario dei luoghi cantati da Woody Guthrie, il Lario non sembra pronto ad affrontare un simile tsunami sociale.
Non già perché non esistono le risorse umane per offrire un aiuto ai nuovi poveri, ma piuttosto perché non esiste la consapevolezza del fatto che Como sta diventando una città più povera. Che non vuol dire arrendersi di fronte alla crisi, quanto piuttosto creare i presupposti per consentire a quella fascia di popolazione costretta a fronteggiare le crescenti difficoltà di liquidità di non vedere ulteriormente peggiorare la propria povertà. Il Codacons, con un'analisi lucida, spiega che inevitabilmente gli elevatissimi costi della vita nella nostra città accrescono il numero delle famiglie in difficoltà. Ed è pure qui che Como dovrebbe essere in grado di cambiare passo. E rivedere affitti, borsino immobiliare, cartellini dei prezzi negli alimentari, nei negozi, nei ristoranti. Per evitare che la maledetta forbice che taglia le certezze dell'ex classe media scavi un solco incolmabile tra poveri e ricchi, costringendo i primi a traslocare altrove e trasformando Como in una ghost town. Proprio come quelle cantate da Woody Guthrie.
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