Andrea Bellati è un pensionato e abita in un palazzo al 73 di viale Lecco. Da qualche tempo la sua vita è diventata un inferno. Ogni passaggio del treno delle Nord è accompagnato da un boato, che sta mettendo a dura prova il sistema nervoso suo e dei vicini. Già, perché tra Como Borghi e la stazione a lago passano ogni giorno 60 treni e il primo è alle cinque e mezzo del mattino. Così ha chiamato il giornale, per denunciare il suo piccolo grande problema, in cerca di un aiuto. Che fare? Non restava che verificare di persona se la denuncia era fondata.
«Perché non venite a casa mia e non provate a sentire cosa succede ogni volta che passa il treno?», ha rilanciato lui. Detto, fatto. Aveva ragione, sembrava una scena presa a bella posta dal film "Blues Brothers".
Ieri è uscito un bell’articolo, con tanto di foto sparata in prima pagina (sì, quel signore con l’indice accusatore era proprio il Bellati). E poche ore dopo è avvenuto il miracolo. Trenord ha mandato una squadra di operai, che si è messa subito al lavoro per risolvere il problema. E già oggi, o al più tardi domani, Bellati e i suoi vicini potranno riprendere a dormire sonni tranquilli, senza cadere dal letto di primo mattino.
La notizia che riguarda i condomini di viale Lecco 73 può sembrare insignificante. Si dirà che è la classica vicenda che non interessa nessuno, salvo chi è coinvolto. E qualcuno si sarà anche chiesto perché la sua foto è finita in prima pagina.
In realtà c’è finita perché anche le storie minori a volte si rivelano importanti per una comunità, piccola o grande che sia.
La città non vive solo di Ticosa e paratie. Ci sono anche le piccole cose, che spesso finiscono relegate nelle brevi, ma che in realtà riguardano la quotidianità di tante persone.
Lo dimostra in modo esemplare un sondaggio condotto dalla lista Per Como alla fine del 2011, che raccolse la bellezza di 1.300 risposte. Pensate che in cima ai pensieri dei comaschi ci sia l’iperuranio? Sbagliato. I cittadini chiedono più manutenzione di strade e marciapiedi (77%), una migliore gestione del verde pubblico (31%), più parcheggi dove sono carenti (26%), un’illuminazione pubblica che funzioni (14,5%).
Anche il giornale, a partire dal settembre scorso, ha voluto aprire le orecchie sulle micro-notizie della città, introducendo la doppia pagina settimanale dei quartieri. All’inizio c’era un certo scetticismo («diventerà la pagina delle buche», il commento più gentile raccolto in redazione), poi è rapidamente decollata, diventando un punto di riferimento importante per i piccoli grandi problemi dei comaschi. Ma anche di chi ci amministra.
Su quelle pagine è apparso di tutto, compresa la spassosissima contesa dei pomodori giganti di Monte Olimpino. Hanno anche avuto il pregio, però, di denunciare problemi seri come quello del signor Bellati. O delle vie di Prestino rimaste al buio, di un quartiere (Lora) senza fruttivendolo, delle fontanelle senz’acqua ai giardini, delle case comunali di via Spartaco, di un quartiere (sempre Lora) rimasto per mesi senza ufficio postale dopo una rapina. E ha segnalato anche tante buche, passaggi pedonali fantasma, svolte e strade pericolose (vedi via Varesina) e altro ancora. Non tutte le denunce hanno portato all’immediata soluzione dei problemi, ma la bacheca delle piccole e grandi vittorie è ormai nutrita. Questo è avvenuto grazie ai cittadini che hanno avuto fiducia nel giornale, affidandosi a noi nella speranza di risolvere i loro problemi.
La storia del signor Bellati è in qualche modo
paradigmatica: dimostra che a volte i miracoli avvengono, basta crederci. E così, in un’afosa giornata d’estate, può capitare di aprire la finestra e
di vedere gli operai di Trenord al lavoro. Su una minuscola buca.
Emilio Frigerio