Ora però l'Agenzia delle Entrate ha deciso di metterci del suo ritoccando ancora la parte fiscale proprio alla vigilia delle grandi ferie d'agosto. Lo impone la legge di Stabilità che deve mettere una pezza e finanziare il bonus dei gestori e una parte degli interventi per il terremoto d'Abruzzo. Ma era proprio necessario farlo l'11 d'agosto? È vero che uno slittamento di un paio di settimane, di questi tempi, può significare un piccolo buco nei conti dello Stato. Ma siamo sicuri che, complice la crisi, alla fine il presunto ammanco che si sarebbe prodotto con uno slittamento, non si verificherà lo stesso? E magari sarà, addirittura, più ampio?
Non bisogna dimenticare, infatti, che i consumi di carburanti sono in caduta: 9 punti in meno sul 2011 solo nel primo trimestre.
Certo, 0,51 centesimi sono una goccia nel mare degli aumenti, ma è particolarmente corrosiva: perché incide su un corpo già provato dalla crisi e perché, seppure prevista, conferma la convinzione che lo Stato voglia comunque scaricare i suoi problemi, piccoli o grandi, sempre sul contribuente già sottoposto a una pressione fiscale da record. Non per nulla, fra le imposte indirette che più hanno aiutato il boom delle entrate vi sono quelle sui carburanti, 2 miliardi in più in soli sei mesi.
E a poco serviranno gli sconti del weekend - i 20 centesimi circa equivalgono al rincaro fiscale sulla benzina dell'ultimo anno e mezzo - se no altro perché ancora non si capisce (salvo le spiegazioni balbettanti e mai convincenti delle compagnie petrolifere) del perché il prezzo delle benzina in Italia è il più alto al mondo e in Francia, Croazia, Spagna e Austria, ad esempio, il costo alla pompa arriva anche a 30 centesimi in meno rispetto a quello italiano. In crisi va bene, stupidi no.
© RIPRODUZIONE RISERVATA