Raggiunto il canile prescelto, il visitatore non potrà fare a meno di notare che, in pieno agosto, non c'è più posto per un singolo quattrozampe. Non un musetto potrebbe trovare ammissione, non una singola coda.
Fosse un albergo, il canile esporrebbe la scritta "tutto esaurito". Non essendolo, si arrabatta. E, con tale disperata condizione, denuncia una triste realtà: ancora oggi, anno 2012, l'uomo, accecato dal miraggio delle vacanze, abbandona i cani.
Sì, commenterete voi, ma cosa c'entra il "politicamente corretto" con tutto ciò? Ecco, il punto è proprio questo: la gente abbandona i cani - e le prove, scodinzolanti e afflitte dal sanguinoso tradimento, sono lì da vedere -, li abbandona, ma in teoria non dovrebbe esserne più capace. Non dopo il lavoro di sensibilizzazione svolto dalle associazioni per gli animali; non dopo gli appelli - insistenti, pressanti - delle Regioni, dei Comuni e anche delle Province (fino a quando le Province hanno avuto vita); non dopo il costante passaparola sui social network, dove abusi e comportamenti crudeli vengono segnalati con puntualità assoluta e commentati con indignata durezza; non dopo la regolamentazione dei microchip; non dopo che una campagna di sensibilizzazione afferrava per il bavero il potenziale "traditore" chiamandolo "bastardo". Non dopo le mille dichiarazioni di amore incondizionato per cani, gatti, canarini, echidna che udiamo tutti i giorni.
Invece succede eccome, e la ragione è che molti, troppi, dicono di amare gli animali ma non li amano affatto. Forse pensano di amarli e quando, a Natale, si vedono consegnare un cagnolino, vanno in brodo di giuggiole. Ma la vera prova d'amore non arriva fino all'estate successiva quando, posti di fronte alla scelta tra le ferie e il cucciolotto, tra il mojito e il cocker, l'egoismo prevale, dilaga addirittura, e il cane non è più visto come un essere vivente ma come un intralcio.
Ecco allora che l'uomo rivede il suo concetto di amore per gli animali: continua a praticarlo a parole, continua a propagandarlo perché è «giusto» e «ci mancherebbe» e si fa bella figura alla cena tra amici (il "politicamente corretto" di cui sopra), ma lo applica solo in relazione ai suoi interessi. E se il cane si frappone tra lui e la spiaggia delle Canarie, beh, in fondo la colpa è sua. Non si può mica pretendere.
Non si può pretendere, questo è vero. E qualche volta le campagne degli animalisti sono fin troppo aggressive: nello sforzo di difendere gli animali finiscono per svillaneggiare all'eccesso la razza umana. Che resta straordinaria. A patto si ricordi di rispettare i suoi patti d'affetto.
Mario Schiani
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