Già, ma è proprio questo il dilemma che tutti, a cominciare dall'inquilino del Quirinale, si stanno angosciosamente ponendo da mesi: i governi «politici» della nuova legislatura manterranno le promesse fatte ai mercati, all'Europa, al Fondo monetario, e garantite finora dal prestigio personale, dalle relazioni e, in definitiva, dalla parola di Mario Monti?
C'è da dire che a Rimini si è presentato a sostenere la tesi della «crisi superabile purché lo si voglia» un ministro, anzi un superministro, di cui molto si parla in termini di futuro politico. L'ex amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, è certamente un vecchio frequentatore delle assise riminesi, ma probabilmente non a caso gli organizzatori del Meeting lo hanno messo a parlare nel secondo giorno dopo il presidente del Consiglio. E Passera ha svolto il suo ruolo proprio come un tecnico pronto a fare il salto nella serie A della politica.
Dopo aver ammonito gli italiani sulla necessità di perseverare nei sacrifici, ha anche detto che la grande battaglia va fatta innanzitutto per trovare le risorse necessarie alla crescita e che queste risorse in buona parte si trovano nelle casseforti degli evasori fiscali. Anche qui, un'assonanza precisa con Monti che solo pochi giorni fa, al settimanale "Tempi", diceva che l'Italia è in guerra con chi non paga le tasse e che non dovrebbe più essere chiamato «furbo» ma ladro, come merita.
Tanto ottimismo, così politicamente già gravido di prospettive per il futuro, non è tuttavia piaciuto ai sindacati che anzi vedono un autunno nero che rischia di aumentare la disoccupazione e le crisi aziendali. Cgil, Cisl e Uil sono state molto dure verso Passera e prima verso Monti, esattamente come hanno fatto i partiti dell'opposizione. È stato invece giocoforza, per Pd e Pdl, sostenere che la strada tracciata è quella giusta e che occorrerà perseverare: proprio a loro però l'anno prossimo toccherà il ruolo più scomodo, quello di confermare che la rotta dell'Italia è ormai definitivamente cambiata. Chissà se potranno fare a meno dell'aiuto di Mario Monti e di Corrado Passera.
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