Un consiglio agli organizzatori del Meeting di Rimini. L'anno prossimo, per i primi tre giorni della kermesse, invitino tre impiegati accessoriati con buste paga. Diranno che le tasse sul lavoro sono troppo alte e incasseranno la loro dose di applausi perché il popolo di cielle, come ha spiegato Formigoni, è educato e un battito di mani non lo nega a nessuno.
La scena, inoltre, avrebbe più senso dei tre ministri tre (Monti, Passera e Fornero) che sono saliti sul palco per denunciare l'eccessivo carico fiscale e la necessità di diminuirlo. È infatti come se nella capitale delle vacanze italiane fossero arrivati tre idraulici a stigmatizzare l'eccesso di tubi con perdite d'acqua o meglio, tre commercianti che si scagliano contro i prezzi alti al consumo.
Perché come idraulici e commercianti sono responsabili (i secondi invero più dei primi) rispettivamente dei tubi danneggiati e dei costi eccessivi delle merci, lo stesso discorso vale per i ministri e le tasse.
Strano che nessuno tra i militanti di cielle ai bordi del palco, tra un applauso e l'altro, al terzo giorno di denuncia sull'onere delle imposte da parte di un esponente governativo, non abbia esortato, con tutta l'educazione del caso, ad abbassarle queste tasse.
Non fosse altro per evitare a eventuali quarti e quinti ministri di arrivare a Rimini per suonare ancora una volta lo stesso disco.
Sarà mica che la differenza tra i governi politici e quelli tecnici è che i primi promettono di abbassare le tasse e i secondi ne denunciano l'eccessiva onerosità?
Nel dubbio, le uniche certezze sono che con entrambe le tipologie di esecutivo, negli ultimi vent'anni, i carichi fiscali su cittadini, famiglie e imprese è aumentato. Che il nostro Paese vanta (?) un primato mondiale per la percentuale di imposte sui redditi dichiarati e che l'evasione fiscale prospera come e più di pria.
Mentre Mario Monti, Corrado Passera ed Elsa Fornero, i tre pesi massimi del governo, si stracciavano le vesti sul palco riminese, gli italiani apprendevano che la benzina ha sfondato quota due euro al litro. E che di questi due euro, uno è mangiato dalle imposte, utilizzate nominalmente anche per pagare la guerra di conquista dell'Etiopia che non è un più nostra da quasi settant'anni.
Sempre in contemporanea con le performance ministeriali in Romagna, si veniva a conoscenza della volontà del presidente francese Hollande (uno che a Rimini non andrebbe neppure in vacanza che poi si rischia di incontrare dei tedeschi) di tagliare una quota di tasse sulla benzina.
Tra il dire e il fare, insomma, non c'è di mezzo il mare ma solo la frontiera delle Alpi e di Ventimiglia.
Nessuno pretende che il governo Monti, in questi tempi di tregenda finanziaria, tagli le tasse (non l'hanno fatto i predecessori quando le vacche avevano un aspetto più florido). Almeno però non prendano in giro i contribuenti con quelli dichiarazioni dal palco di Rimini. Approfittando oltretutto dell'educazione dei ciellini che non fischiano mai nessuno. Qualunque scempiaggine vada a dire al Meeting.
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