Chi va oltre quelli attuali, che variano tra i 50 e i 70 km/h, lo farà anche con quello di 50 km/h generalizzato, perché è un individuo allergico alle regole. Si suppone che la misura prospettata abbia intenti di aumentare la sicurezza del traffico: ma allora è come preoccuparsi dell'unghia incarnata quando si è aggrediti dalla peste. Che utilità ha imporre un 50 km/h generalizzato quando è esperienza comune che nella galleria di Musso-Dongo, specialmente in certe ore, se si rispettano i 70 km/h si viene regolarmente sorpassati da veicoli lanciatissimi? C'è qualcuno che si è mai curato di rimuovere antichi cartelli da 30, 20 e persino 10 km/h di velocità massima, abbandonati dai cantieri che hanno da tempo cessato l'attività? E la segnaletica orizzontale che è inesistente, sbiadita o sovrapposta? E quella verticale che è illeggibile (spesso nascosta dietro le frasche) arrugginita e fantasiosa?
Sono gli ingorghi ad essere la vera piaga della Regina, di cui vale la pena di discutere con assoluta priorità rispetto alle altre problematiche. Chissà quanti si sono spinti a violare i limiti nel tentativo di recuperare il tempo perduto nelle code. È evidente anche da questa ventilata decisione di imporre nuovi limiti, che la Regina non è conosciuta e controllata come si dovrebbe. Un sistema di telecamere nei tunnel, che controllino velocità e sorpassi, è un sistema assai più efficace (e redditizio) per quietare gli animi bollenti.
Nel dettaglio, il tratto da Como ad Argegno è abbastanza moderno e in buono stato e i limiti attuali, che sono in pratica un alternarsi di 50 e 70 km/h, paiono appropriati. Peraltro in questa zona, dove esistono rettilinei lunghi alcune centinaia di metri, operano spesso gli agenti della polizia locale coi rilevatori mobili ed è in azione il "famoso" semaforo di Tosnacco che ebbe un funzionamento molto discusso quando i "gialli" erano cortissimi. Si potrebbe pensare ad installazioni fisse di rilevamento velocità, tanto per far cassa (diciamolo pure chiaramente) ma è improponibile che si ritocchino al ribasso i limiti attuali. Il tratto Colonno-Tremezzo è quello più critico. In pratica il limite di 50 km/h è ininterrotto e, torniamo a ripeterlo, il vero problema è quello degli ingorghi (esaminato recentemente sulla Provincia) risolvibile solo con una serie di interventi puntuali e soprattutto con un organismo operativo di controllo in continuo. Questo ufficio, sempre operativo, deve evitare la concomitanza di veicoli ingombranti in luoghi particolarmente ristretti e, ribadiamo, ciò non è una cosa impossibile col buonsenso, coi pannelli segnalatori e con la tecnologia moderna, in attesa di opere risolutive, come le gallerie di bypass.
È bene ribadire un concetto non privo di umorismo che le autorità preoccupate della velocità dovrebbero tenere ben presente: chiunque, in viaggio sulla Regina, sarebbe deliziato se potesse realizzare una media di 50 km/h! Il tratto più a nord, da Tremezzo al Pian di Spagna, soffre particolarmente dell'attraversamento di Gravedona, dove opera un semaforo "intelligente". Qui purtroppo non ci sono alternative alla galleria o ad una strada a monte, poco raccomandabile ecologicamente e anche probabilmente dalla analisi dei costi.
È cosa risaputa che numerosi mezzi provenienti dal milanese o dalla Brianza preferiscono viaggiare sulla superstrada Lecco-Colico e poi "rientrare" verso Como per raggiungere le località a nord di Gravedona (viceversa al ritorno); risparmiano tempo e denaro. Per i limiti meglio lasciare le cose come stanno; anzi tenere i limiti attuali ma realizzare una segnaletica efficiente.
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