La malinconica fine del Cavaliere, che proclama fieramente la sua candidatura a premier per poi smentirla il giorno dopo, non esime da responsabilità la sinistra che tende a spacciare per "cultura di governo" l'appoggio ad un esecutivo che gli italiani vivono sconsolati con un senso di rassegnata impotenza. Siamo impantanati da mesi in quest'agonia senza fine del berlusconismo che somiglia sempre più alla fine del craxismo di cui iniziamo ad avvertirne gli inconfondibili miasmi: l'incalzare della magistratura, il proliferare dei voltagabbana, il solito vezzo italiota di disprezzare i potenti dopo averli devotamente serviti.
La sinistra italiana continua a coltivare le sue infinite contraddizioni vivendo con grande imbarazzo l'alleanza con il Cavaliere. La verità è che la sopravvivenza di questo governo sembra convenire a tutti perchè, al di là dei proclami, nessun partito ha il coraggio di assumere la guida del paese che appare destinato a restare commissariato fino a quando i tedeschi non si fideranno di noi: Tutti i sondaggi concordano nel prevedere il declino del Cavaliere ma la verità è che la sinistra, pur vincendo, non sembra essere in grado di garantire quella stabilità che sarebbe necessaria per ridare fiato all'economia.
Il tramonto del berlusconismo certifica definitivamente la fine della prima Repubblica. Tuttavia, venti anni dopo Tangentopoli, anche la sinistra è chiamata ora a fare i conti con la fine di una cultura di cui il dalemismo ha sempre rappresentato la quintessenza. Finisce per sempre l'epoca della cosiddetta "politique politicienne" fondata sulla centralità dell' "apparato", della cooptazione e delle liturgie di una democrazia interna sempre celebrata ma mai realmente esistita.
Quella politica, oggi, è morta per sempre. Il successo di Grillo e il diffuso desiderio di utilizzare le primarie come unico, vero, metodo di selezione dei gruppi dirigenti, rappresentano la voglia di partecipazione di un elettorato giovane che ha espulso la Tv dal proprio universo culturale anteponendole il web, libertario e alieno dalla censura del Potere. In Italia, e in tutto l'Occidente, stiamo assistendo ad una crescente divaricazione tra generazioni, sia economica che culturale. Si tratta di un fenomeno sociale che destra e sinistra fingono di non capire. Per questo serve una svolta radicale nella politica italiana che non si riduca al fenomeno fatuo del "grillismo". La disputa esistente in Italia verte ancora oggi su due opposti conservatorismi. Spetta ai giovani dare la spallata ad un ceto politico che utilizza Monti solo per rifarsi la verginità e occultare le proprie responsabilità.
Antonio Dostuni
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