Suonata come un pugile, ma per fortuna riprende. La situazione scolastica ricalca quella economico-sociale italiana e, parafrasando il titolo di uno dei best seller di questa estate, ha 50 (solo?) sfumature di grigio.
Grigi i volti degli scolari e degli studenti che preferiscono le vacanze, delle maestre che hanno già cominciato a combattere sul ring di riunioni preparatorie, dei docenti che trottolano da una cattedra all'altra, per non parlare dei dirigenti. Il grigio è il la tinta glamour della scuola che comincia. Ma per quanto ancora? Sempre lo stesso grigio, sempre gli stessi lamenti, pochi ingiustificati. Ma perché? Non è ora di ricominciare l'anno scolastico con una buona notizia? Lo stato degli edifici per esempio. Sono decenni che molti Comuni di tutta Italia lottano con le crepe, gli intonaci che cadono come piadine svenute sui banchi, il materiale che manca, lo scarico del bagno che non va. Il Codacons ha addirittura chiesto ai sindaci di chiudere gli istituti scolastici non a norma e rinviarne l'apertura a data da destinarsi.
Ma la scuola non può aspettare, l'istruzione non può aspettare, una settimana di lezioni saltate nella formazione di un alunno pesa. La scuola non è un costo è un investimento, ma sembra difficile da capire. Lo disse l'anno scorso il sociologo Mauro Magatti in un'intervista sul tema "Il valore del sapere", al centro degli incontri de La Provincia "Le primavere di Como". Magatti disse una cosa vera, che pensano tanti, ma che poi ogni anno tanti si dimenticano, e i soldi che devono per forza servire per le scuole non ci sono più. Quando poi spariranno le province il guaio sarà ancora probabilmente più grosso, gli istituti provinciali chi li sistemerà?
Anche per l'Ocse siamo grigi: l'Italia è agli ultimi posti per investimenti nella scuola con una spesa per l'istruzione che è il 9% del totale della spesa pubblica. La media Ocse è del 13%. Come si fa trasformare le sfumature di grigio in sfumature di rosso, che è vita? Oggi a scuola ci tornerà un milione e mezzo di persone che vorranno sentirsi dire che la scuola ha tante sfumature colorate. I governi lo devono agli studenti, sono obbligati a trasmettergli un messaggio colorato e di speranza perché non hanno il diritto di togliergli l'entusiasmo. Parlano di crisi anche gli alunni delle elementari... Chissà se comincerà mai un anno scolastico almeno rosa pallido. I dati ci mettono sempre nella zona bassa delle classifiche. La spesa media per studente in Italia (9.055 dollari) si avvicina ai livelli Ocse (9.249 dollari), ma è diversa nei diversi gradi di istruzione. È sopra la media per la scuola dell'infanzia (nona su 34 Paesi, con quasi 8mila dollari) e la primaria (decima su 35), mentre scende sotto la media per la scuola secondaria (18esima con 9.111 dollari) e per l'istruzione universitaria (24esima, con 9.561 dollari contro la media Ocse di 13.179).
Ma chi ben comincia, alla scuola dell'infanzia, non è a metà dell'opera se per l'università siamo al posto 24. Grigio anche per i salari degli insegnanti, pari a 32.658 dollari l'anno nel 2010 nella scuola primaria contro i 37.600 della media Ocse, 35.600 dollari nella scuola media (39.400 Ocse) e di 36.600 nella scuola secondaria superiore contro 41.182 Ocse. Vale la pena di riprendere le dichiarazioni di Magatti: «Nella scuola non è tutto sfacelo, ci sono molti che, in modo disordinato, cercano di reagire: la famiglia, quando c'è, la parrocchia, qualche insegnante, ma tutto è casuale, manca una riflessione adeguata alla comprensione dei nostri decenni. Ci sono tanti singoli pezzi di mondo che reagiscono, ma manca una visione del futuro. È necessario che si capisca che la scuola non è un costo, ma è un investimento». Un investimento, solo così le 50 sfumature di grigio diventeranno 50 sfumature di rosso, perché non sono ancora 50 sfumature di nero.
Carla Colmegna
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