Oggi, invece, puoi trovarti sul lungolago di Como, al centro degli eventi e delle reti di telefonia mobile, ma se chiami il nuovo numero unico per le emergenze (il 112) ti fanno il terzo grado, oppure non riescono a localizzarti, e intanto una baby gang ha il tempo di rapinarti e di riempirti di botte. Mentre nei salotti della politica - e non solo - su come fare ad evitare che Como diventi provincia di Monza, e riuscire invece ad accorparsi con Varese, proprio da Varese, dove è localizzato il call center del 112 cui dal 23 luglio scorso fanno capo tutti i servizi di emergenza/urgenza dell'intera fascia Pedemontana (Como, Lecco, Sondrio, Bergamo e Monza Brianza), non sono in grado di mandarti polizia o carabinieri prima che un gruppo di ragazzi ti spacchi la testa fuori da una discoteca. E neanche un'ambulanza dopo che te l'hanno già spaccata. Come è accaduto al Triangolo di Novedrate lo scorso 25 ottobre. Mentre il caso della baby gang sul lungolago risale al 6 settembre, ed è avvenuto in viale Geno.
Accorpare, delocalizzare, decentrare: parole d'ordine della globalizzazione, che però vacillano tutte le volte che vengono tranciati di netto i legami con il territorio, costruiti in anni di attività e presenza costante. L'esperienza comasca degli ultimi anni dimostra che si fatica persino a vendere i libri, o a portare gente al cinema, quando si fanno precipitare dall'alto (o meglio, da lontano) megastore o multisala, senza conoscere a fondo il luogo, e la gente, che si vuole "colonizzare". Però si è visto anche che basta un manager che non conosca soltanto l'abc del marketing, ma anche la geografia urbana (e umana) del posto, per fare la differenze, per ristabilire le connessioni con il territorio.
Tornando al 112, è però piuttosto difficile immaginare che basti sostituire, o formare più adeguatamente, chi risponde al call-center di Varese, perché si risolva il problema. È vero che la tecnologia aiuta, che con google maps e il navigatore satellitare anche i più disorientati di noi riescono a raggiungere il ristorante della Bassa o l'albergo sulla riviera romagnola senza perdersi. Tuttavia, basta non avere l'indirizzo preciso da inserire nel TomTom e quello non ci aiuta più. Più o meno la stessa cosa deve essere accaduta all'operatore del 112 che non è stato in grado di mandare i soccorsi ai due ragazzi malmenati fuori dal Triangolo di Novedrate. Immaginare il loro dialogo con il centralino e un po' come guardare un film dei fratelli Marx: risate assicurate, ma piuttosto amare. «Aspetta un attimo -, dice al suo aggressore il ragazzo poi arrivato in ospedale con due denti rotti - ché devo verificare in che via siamo». E quello: «Fa pure, intanto spacco la testa al tuo amico». Ma siccome le insegne con i nomi delle strade sono affisse solo all'inizio e alla fine, e al buio è anche piuttosto difficile vederle, l'aggredito finisce per terra lungo tirato mentre vaga alla ricerca della targa. E si fa male da solo, togliendo pure la soddisfazione al bullo.
Non c'è niente da ridere, purtroppo. È difficile, se non impossibile, conoscere e aver sotto controllo un territorio senza viverlo. Va bene il numero unico, ma che il call center sia a Varese forse non è l'ideale. Bisogna valutare attentamente costi e benefici, come ha chiesto il sindacato di polizia. Ma soprattutto bisogna farlo in fretta. Perché con la sicurezza non si può scherzare. Ed è quantomeno assurdo cercare di essere più presenti, come sollecitato dalla popolazione, istituendo vigili o poliziotti di quartiere e contemporaneamente spostare in un'altra provincia (se poi, tra qualche mese, dovesse diventare la stessa, non cambierà niente: sarà sempre un'altra città) il centralino che deve smistare le richieste di intervento.
In passato capitava persino che, digitando sul cellulare i numeri di una ricarica telefonica che iniziava con 118, alla terza cifra scattasse in automatico la chiamata alla centrale di Como, e se chiudevi subito per non creare un inutile allarme, l'operatore ti richiamasse per essere sicuro che non avessi bisogno. Ridateci, per favore e in tempi brevi, la certezza che, quando avremo bisogno, arrivino i nostri. Come nei film western.
Pietro Berra
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