La "lezione" non arriva da lontano. Basta guardare dalle parti di Olgiate, dove la Bric's, brand della pelletteria di lusso, ha firmato con i sindacati un'intesa che assegna ai dipendenti premi fra i 300 e gli 800 euro. Il requisito richiesto è quasi banale: i 130 lavoratori dovranno dar prova di migliorare l'efficienza e la produttività. Per quanto di questi tempi il dato risulta confortante, la vera notizia sta in un altro "piccolo" particolare: nel marzo 2010 l'azienda aveva fatto ricorso, sotto i venti della crisi, prima alla cassa integrazione e poi ai contratti di solidarietà, forme di riduzione delle ore lavorate (e di parte dello stipendio) per riorganizzare la produzione senza cacciare via le persone.
Una sfida per migliaia di aziende, medio e piccole, in tutta Italia, una sfida che non sempre ha successo. Purtroppo. Ma a Olgiate è andata diversamente, la scelta dell'ammortizzatore sociale per dare maggiore flessibilità quando la recessione morde, si è rivelata giusta e lungimirante. E i lavoratori che hanno accettato il sacrificio ora, finita la fase dell'emergenza, si vedono ripagati. Non recuperano tutto, ma il segnale lanciato è ben preciso e inequivocabile. Più i lavoratori si sentiranno coinvolti nei destini dell'azienda, nella qualità del prodotto, nella continuità del lavoro e saranno favorevoli a tutte le declinazioni che vertono attorno alla flessibilità, più la Bric's avrà possibilità di vincere sui nuovi mercati sui quali è presenti. E più i lavoratori avranno garanzie sul loro futuro, incassando qualche soldo in più.
Un esempio positivo, dunque, che arriva in mezzo a un panorama che anche in questa provincia è tutt'altro che sereno. Un segnale di speranza che si coniuga con la volontà di farsi trovare pronti quando i mercati - e le tasche delle famiglie - riprenderanno a marciare.
Una scommessa, anche, quella vinta adesso dalla Bric's di Olgiate che si lega con un clima diverso che si comincia a respirare in molte realtà produttive. È presto per vedere l'uscita dal tunnel, ma anche l'atteggiamento dei lavoratori e dei loro rappresentanti ha il suo peso. Non per nulla colpisce, accanto al caso di Olgiate, la chiusura in questi giorni di un contratto nazionale: quello dei chimici.
Categoria da sempre all'avanguardia nell'aprire nuove e innovative strade alla contrattazione, quest'ultima ha siglato un accordo lampo sulla produttività che porterà nelle tasche dei lavoratori 148 euro in più, in quattro tranche nel triennio 2013-2015. La vera novità però sta altrove, nelle normative: ad esempio nella piena integrazione della contrattazione di secondo livello con quella nazionale, laddove c'è la possibilità di diluire nell'intesa locale gli aumenti decisi al livello superiore. Ma anche, tanto per cogliere un altro punto, nell'impegno a rivedere la struttura delle retribuzione, al fine di cogliere i possibili sgravi fiscali che il governo dovesse riconoscere al salario di produttività.
Oppure colpisce, nella prospettiva di un ricambio generazionale, la possibilità di dare vita e un progetto-ponte che dovrebbe portare i dipendenti più anziani a ridursi volontariamente l'orario di lavoro (e stipendio) per consentire l'assunzione, attraverso l'istituto dell'apprendistato, di lavoratori più giovani. Una via è tracciata, da Olgiate al resto dell'Italia. In fondo forse, c'è un po' di luce.
Umberto Montin
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