Dall'altro un ente locale che spende 29 milioni ogni anno per il personale eppure investe 700mila euro per cercare all'esterno le figure professionali a cui affidare incarichi particolari. Basterebbe questo fermo immagine per convincere chiunque a cambiare canale e a non guardare oltre l'avvilente spettacolo di una Nazione con spiccati istinti suicidi. Nazione alle prese, per inciso, con ben altri scandali di questi tempi. A Como la politica non ha finora sfornato cene a base di ostriche a spese del contribuente e feste con ancelle, gladiatori e maiali assortiti. Al massimo alcune decine di migliaia di chilometri percorsi a bordo dell'auto blu o qualche iPad e alcuni convegni con buffet annesso fatti rimborsare dal cassiere dell'Amministrazione provinciale quali spese necessarie al funzionamento dei gruppi consiliari. Sprechi che impallidiscono di fronte a supereroi del calibro di "er Batman". Ma che in tempi di lacrime e sangue non possono e non devono essere accettati.
Da qui la necessità di vigilare su ogni singolo euro in fuga dalle casse degli enti pubblici verso le tasche dei privati. Non solo per accendere i riflettori sul rischio di abusi commessi con i soldi delle nostre tasse, ma anche solo per costringere gli amministratori del nostro territorio a sfruttare le risorse che esistono all'interno, tra il personale dei loro enti prima di dare il via libera a incarichi professionali esterni.
Un po' di oculatezza sarebbe gradita. Ogni cittadino comasco, neonati inclusi, lo scorso anno si è ritrovato sul groppone un debito di 360 euro legato al pagamento degli stipendi ai dipendenti di Palazzo Cernezzi, agli amministratori e pure ai consulenti esterni scelti dalla giunta. I dirigenti in Comune e in amministrazione Provinciale guadagnano, mediamente, quanto se non addirittura di più di un primario in servizio al Sant'Anna. L'ente di Villa Saporiti, che come tante altre province il premier Monti vorrebbe tagliare, dopo la cura dimagrante imposta dal governo di fatto riesce a risparmiare una cifra pari a 300mila euro, a fronte di oltre 200mila euro tuttora spesi per pagare commissario e subcommissari e di ben 1,5 milioni per i dirigenti.
Va dato atto che negli ultimi anni la cifra complessiva delle consulenze esterne è calata, rispetto alle spese pazze dello scorso decennio. E qualcosa sul fronte degli sprechi è stato fatto. Ma la strada è lunga. Come dimostrano casi clamorosi di gravi emorragie nei conti pubblici: alcune dissanguanti, come lo scempio del cantiere per le paratie del lungolago, altre meno evidenti ma altrettanto clamorose, come i 122mila euro che la Provincia investe per un centro studi autore di dossier avvincenti quali «La meritocrazia», «La dirigenza» e «La posta elettronica certificata».
Como non è Gotham City e più che "er Batman" a queste latitudini e con l'inverno in avvicinamento da babordo rischiamo di dover fare i conti con Penguin.
Ciò non toglie che gli sprechi non sono mancati e non mancano. E che, prima di aprire i cordoni di una borsa piena di soldi altrui, gli amministratori dovrebbero sempre ridare uno sguardo alla fotografia da quel pensionato costretto ai salti mortali per restituire, a rate, una quattordicesima da 400 euro.
Paolo Moretti
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